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Noi siamo Marchisio, voi siete Paolillo

Creato il 02 novembre 2011 da ////

Massimo Zampini, conduttore della trasmissione di Radio Radio ”Il Bianco e il Nero” e opinionista sportivo, ha raccontato la “sua” Inter-Juventus, attraverso le pagine del forum vecchiasignora.com. E io non posso non condividere con voi le sue bellissime parole.

Non ci credo, ma non si sa mai, e allora se l’ultima vittoria in casa loro l’ho vista in un pub a Bruxelles, con certe persone, questo weekend niente stadio, vado a Bruxelles per vederla in un pub con quelle persone.

La settimana prepartita e’ tutto sommato sempre la stessa, loro che piangono sempre, cercano di condizionare l’arbitro, avvelenano un po’ il clima, si lamentano, pressioni di gazzetta e media affini, un’intervistina a Simoni sul rigore su ronaldo, ah quel Ceccarini.. eccetera eccetera.
Stavolta, ed era ora, hanno ritirato fuori le parole di cui si sono sempre cibati, e che tanto ci mancavano: complotto, continue casualita’, episodi fastidiosi, antipatici, troppi. Insomma, non sara’ mica colpa loro (non sia mai) se hanno 8 punti in 8 partite. Lo pensavano prima di calciopoli, figuriamoci dopo che qualche giornale e commissario amico gli ha pure dato ragione, senza conoscere un miliardo di altre intercettazioni, ma vabbe’ cosa importa, i toni erano diversi, e comunque solo per difendersi. Non e’ mica colpa loro, non sia mai.

Bruxelles, dicevo, e c’e’ pure il sole, certe occasioni lo richiedono. Tutti al pub. Una ventina di juventini, un paio di interisti. Curioso, considerato che qualche recente delirante ricerca aveva certificato un fantomatico sorpasso dei tifosi nerazzurri su quelli bianconeri. Cinque o sei milioni di tifosi recuperati in tre anni, non male il Guido Rossi dei sondaggi.

Telecronaca in inglese, niente Bergomi e Caressa, niente “la Juve soffre Fabio” gia’ al primo minuto, e mi sembra un altro buon presagio.

Un loro striscione attesta che il pudore non alberga da quella parti, con l’originale rima tra rubate il campionato e in b non sono stato, dimenticando pero’ di specificarne il motivo, che poteva sempre andare in rima con un “perche’ non mi hanno intercettato, e poi neanche giudicato, la prescrizione mi ha salvato” e cosi’ via.

Partiti, ecco i gol, torniamo sopra, ma Rizzoli, convinto che il consiglio di Bergamo valga in eterno, fa davvero del suo meglio per aiutare chi sta dietro. Rigore su Marchisio negato, altro che iulianosuronaldo, e dall’Italia mi arrivano diversi sms di juventini sconvolti e sconcertati. No, non per il rigore negato, il nuovo calcio lo conosciamo e comunque da sempre abbiamo un’educazione sportiva diversa rispetto agli altri, sappiamo bene che non e’ un rigore che decide il campionato. Il nome di Rizzoli lo dimenticheremo subito, non vivra’ in eterno come Ceccarini nelle interviste di Simoni e compagnia.
Sono increduli in quanto anche secondo Bergomi e’ rigore netto e forse (!) addirittura espulsione. Stavolta Rizzoli deve averla combinata davvero grossa, nel goffo tentativo di aiutare chi sta dietro. Per carita’, mi dicono che lo zio parla di una grande inter con una Juve in terribile difficolta’, insomma alla fine e’ il solito Bergomi, pero’ il rigore era nettissimo, lo dice anche lui.

E ora, mi scuserete, una postilla postuma (rispetto al libro, ormai non piu in vendita, non all’autore ancora vivente) al secondo paragrafo del mio libro. Ora, non e’ mai bello citarsi, tanto piu’ se sei Er go’ de Turone e non proprio Dante Alighieri, ma quel paragrafo si chiama Er go’ de Mijatovic ed Er go’ de Platini, per ricordare due incredibili errori arbitrali contro la Juve, che attestano la differenza tra noi e gli altri. Noi, che continuiamo a giocare e l’Intercontinentale la vinciamo lo stesso, fregandocene dell’incomprensibile annullamento del gol piu’ bello del secolo. Noi, che perdiamo una finale di champions per un gol in fuorigioco di mezzo metro, e alla fine zitti e a casa, perche’ abbiamo giocato male, e perso per questo, mica per il guardalinee.
Ecco, il rigore su Marchisio soppianta quei due esempi. Un errore arbitrale clamoroso su cui protesta anche lo zio Bergomi, ma Marchisio no, si limita a farlo notare, poi ricomincia a giocare, la Juve non perde la testa e vince facilmente, senza concedere piu’ alcuna occasione, e rischiando diverse volte di realizzare il terzo gol. Niente Conte in campo con dodici uomini della panchina ad assalire l’arbitro, niente scenate isteriche alla Maicon o alla Sneijder o Cambiasso, che a fine primo tempo protestano inviperiti contro l’arbitro, attestando ancora una volta, ce ne fosse stato bisogno, che il pudore proprio non alberga da quelle parti.
Ranieri ce ne da’ un’altra dimostrazione, quando a fine partita afferma di non ricordare altre occasioni della Juve oltre ai gol, e mi ricorda ancora una volta che va bene cosi’, Ranieri all’inter e Conte alla Juve, perche’ io di occasioni per noi ne ho contate almeno 5, mentre di rischi ricordo solo la traversa, oltre al gol di Maicon provvidenzialmente deviato da Bonucci.

E allora bene cosi’, il viaggio a Bruxelles non ha tradito le attese.
Bruxelles, dove gli striscioni sull’Heysel indignano, se possibile, ancor piu’ che da noi.
Bruxelles, dove ho vissuto tre anni fa, cercando di spiegare a tutti la differenze tra noi e loro, e dove nel 2011, davanti a Marchisio che corre, segna, cade e si rialza, stavolta non ho avuto bisogno di spiegare nulla.

Non c’e’ niente da fare, certe cose non cambieranno mai.
Loro sono l’Inter, che cinque errori a favore in Champions sono un segno del destino, non sia mai, mentre un paio di rigori generosi contro in campionato sono inevitabile sintomo dell’ennesimo complotto, ordito non sanno piu’ neanche da chi. Sono Sneijder, Maicon e Cambiasso trasfigurati mentre protestano istericamente, nella partita in cui non e’ bastato un arbitro che li ha sfacciatamente aiutati, come richiesto in settimana da Moratti e Paolillo.
Noi siamo quegli altri, siamo Marchisio che corre, gioca, segna, viene atterrato, cade, allarga le braccia, si rialza e torna a giocare.
Loro sono l’inter, noi siamo la Juve.

La differenza, fidatevi, la sanno anche a Bruxelles.

Forza Juve. I love football.

Massimo Zampini

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