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Non abbiate paura del mercato

Creato il 22 novembre 2015 da Madamelagruccia

Mercato Navigli

fonte: www.aboutmilan.com


Amo andare al mercato, il che è strano. Perchè? Perchè odio il casino, detesto i centri commerciali, snobbo i saldi (o quantomeno, prediligo orari e giorni della settimana in cui si presuppone ci sia meno ressa...che per Milano, diciamolo, è quasi impossibile, perchè hanno tutti la stessa idea e alla fine il sabato c'è meno folla che il lunedì in pausa pranzo). 
Avete presente quelle signore ricche e altolocate dei film che fanno chiudere la boutique per averla tutta per loro? Con i commessi che fanno a gara per mostrargli gli ultimi arrivi, e loro non hanno alcun pensiero se non quello di sorseggiare un tè stravaccate su una chaise – long? Ecco. Io sarei una di quelle.

Bello sognare.


Eppure, ribadisco, amo il mercato, che è un po' peggio del Primark di Oxford Street il sabato in pieno periodo di saldi. Lo spazio è inesistente, bisogna lottare con mamme “armate” di passeggino che usano a mo' di carrello della spesa (e il figlio dov'è?), signore ingombranti nei modi e nella stazza e venditori abili nell'arte di perforare i timpani.

Primark

fonte:www.thisismoney.co.uk

Ma il mercato è bello. E' bello perchè è bella la gente, nella sua vivacità, nella sua diversità. E perchè, forse, è l'unico posto dove si riesce a fare ancora qualche affare.

Signorina, come le stanno bene queste scarpe! Sa che a vederle così non le avrei mai provate, e invece mi sta facendo venire voglia di dargli una chance? Ora le provo anche io! Ecco, per colpa sua ora le devo comprare! Sto scherzando ovviamente, grazie!”. Così esordisce un'allegrissima e bella signora. Perchè al mercato cadono tutti i muri: non ci sono i camerini, non c'è privacy, ognuno spartisce con l'altro i pochi centimetri di asfalto disponibile, e anche il piacere di comprare. Al mercato non c'è spazio per la fretta, si diventa lenti e simpatici.


Mercato

fonte:www.pinkroma.it

E poi c'è quella signora anziana bellissima, magra e slanciata, con i capelli argentati e impeccabili, le mani piene di vene in rilievo e le dita affusolate, gli anelli d'oro e i bracciali che fanno tlin tlin mentre pesca vestiti da un mucchio di roba a 3 euro. E' strano vederla così, starebbe così bene nei panni dell' aristocratica che sorseggia tè in una boutique di lusso. Ad un certo punto tira fuori dal mucchio una giacca, la stampa ricorda i disegni astratti di Pucci, e invece è soltanto un capo anonimo e probabilmente senza etichetta. Lo indossa, delicatamente, non c'è uno specchio, quindi continua a guardarsi dall'alto, stirando la giacca con le mani, e quel capo anonimo, improvvisamente, diventa bellissimo. Lo appoggia sull'avambraccio, insieme ad altri abiti che ha scelto, e continua a guardare sul banco per vedere se qualcos'altro attirerà la sua attenzione.
Poi c'è il signore col metro, che sceglie i pantaloni e li misura con minuzia, e la signora che colleziona scampoli di stoffa per farci chissà cosa, e la mamma araba che cerca foulard, e se non sono fuxia o a fiori non le piacciono.
Sono le 8, l'orario è perfetto, le bancarelle sono quasi ordinate e c'è molta roba carina. Su quelle bisogna puntare, quando non c'è troppa ressa, perchè lì si fanno i veri affari. Pezzi unici, dico io, perchè è meglio una blusa del mercato che una t-shirt di H&M che hanno tutti. Così pesco una camicia a righe carina, è da uomo ma la taglia è molto piccola, scopro che è di Yves Saint Laurent ed è originale. Mia. 2 euro.

Viva il mercato, viva la gente.


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