Magazine Diario personale

Non ci discutere mai, tu di' sempre: «Ah sì? È un'idea davvero brillante» e poi fai come ti pare.

Da Tofina
Questa settimana si festeggia la SAM.No, non è il compleanno della mia amica Samantha, anche perché io non ho un'amica Samantha.Si tratta della settimana mondiale dell'allattamento materno e fino a tre mesi fa la cosa non mi ha mai minimamente interessata. Quando al corso preparto mi hanno chiesto, con tono retorico a dire il vero, "Allatterai al seno?" ho risposto "Si, perché no?".Il "perché no" si è palesato il giorno dopo la nascita di Sveva. Ciucciava ciucciava, ma niente latte. Ciucciava ciucciava, ma in un giorno aveva già perso 300 gr. Solo qualche misera goccia di colostro che non avrebbe sfamato neanche una formica. E così anche il terzo e il quarto giorno."È perché non la stai attaccando abbastanza!", dicevano."È perché si attacca male", dicevano."È perché non vieni al nido ad usare il tiralatte!", dicevano.

È perché è così, ed era stato così anche per mia madre 35 e 31 anni fa.Ho preso quindi la decisione di passare esclusivamente al latte artificiale. Una decisione sofferta. Sofferta perché in quel momento attraversi una tempesta ormonale pari al ciclo più terribile che hai mai avuto, elevato alla decima; sofferta perché sai che il tuo latte (ad averlo) farebbe un gran bene alla tua piccina; sofferta perché attorno a te in ospedale tutte allattano e tu sei la solita pecora nera; sofferta perché in nessuna - e dico NESSUNA- delle ostetriche ho trovato un'illuminata che mi abbia detto "Questo non fa di te una cattiva madre". Sia chiaro, non mi è stato neanche detto il contrario, ma i silenzi, gli sguardi di disapprovazione, alcuni commenti fatti a Luca, la ritrosia nel dare a Sveva - affamata e nervosa- un goccio di latte artificiale, parlavano da soli. L'ultima notte in maternità, quando Sveva finalmente dormiva dopo un bel biberon, ho preso la mia decisione. Con l'appoggio e il sostegno di Luca, di mia mamma e mio papà, della mia migliore amica, della mia ginecologa. Nessuno di loro mi ha detto "Scegli il latte artificiale", ma mi hanno regalato un semplice e sincero "Fai quello che ti senti".A volte mi capita di leggere in giro su forum o gruppi dedicati alle mamme cose del tipo " È la scelta più semplice", "È puro egoismo, non ti interessa il bene di tuo figlio". Non sono così sicura che Sveva sarebbe felice di essere allattata da una madre nervosa e agitata, non sono così sicura che a livello emotivo sia una cosa facile da affrontare. EMPATIA, questa sconosciuta.
Credo che mia figlia sia serena se io per prima sono serena.  Credo che una scelta del genere spetti solo ed esclusivamente alla mamma.Credo che questo non faccia di me una madre snaturata.Credo che questo non pregiudicherà in nessuno modo il mio rapporto con mia figlia.Credo che tra donne, tra mamme, dovrebbe esserci maggiore solidarietà.Credo che una scelta del genere non debba essere giudicata da NESSUNO, che si tratti di una cosa decisa a priori o che sia dettata da particolari condizioni. Purtroppo però continua a non essere così. Purtroppo però i silenzi, gli sguardi di disapprovazione, i commenti sono sempre dietro l'angolo. Bisogna semplicemente imparare a farseli scivolare addosso. Ci si mette un attimo, ma anche questo vuol dire essere mamma: fare delle scelte e assurmesene le responsabilità.


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