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Non ci resta che qualche speranza. Sempre meglio che morire berlusconiani

Creato il 10 settembre 2014 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Non ci resta che qualche speranza. Sempre meglio che morire berlusconianiUno dice a se stesso che un po' si è stancato. Che anni passati a scrivere di politica contro qualcuno (tanti) e mai a favore (ne vedete almeno uno in giro per il quale scrivere positività?), sono serviti a nulla se non ad avere riscontri di quanto scritto, messi nero su bianco o mostrati in tv senza ritegno. Abbiamo buttato fiumi di parole (controllate su questo blog, non è la fisica dei quanti) sugli scempi che il duo delle meraviglie Silvio-Guido, stava compiendo all'Aquila. Per questi scritti abbiamo perfino litigato con qualche amico di quelle parti che credeva nei poteri taumaturgici del Berlusconi al 68 per cento di popolarità. Silvio-premier non aveva fatto altro che regalare una dentiera e promettere le new town, ma quel casco arancione in testa che lo faceva sembrare tanto operaio di fonderia, aveva raggiunto il suo scopo. A cinque anni di distanza, le new town, le case del futuro, quelle che avrebbero cambiato l'edilizia residenziale in Italia, stanno crollando come le vecchie costruzioni di legno con le quali giocavamo da bambini, il Lego no, grazie agli incastri è duro da buttare giù. Le new town sono costate allo Stato qualcosa come 2700 euro al metro quadrato, roba che neppure ci fosse la Senna a portata di sguardo. Il berlusconismo all'Aquila (e in Italia) sta crollando così, senza rancor, perché nessuno, tanto meno il Silvio di questi tempi, pagherà mai pegno per gli scempi. Poi tornano, come incubi seriali, i 101 zozzoni del PD e non contenti di quello che hanno combinato in questi venti anni, tornano a pretendere posti al sole, ruoli nella segreteria del partito, presidenze di commissioni e di consigli di amministrazione, poltrone nel CSM (Luciano Violante, quello della pacificazione nazionale a suon di berlusconite) e ministeri esteri. Urla pure “Fassina chi?”, dando la dimostrazione che il senso del ridicolo non lo ha neppure sfiorato né lo sfiorerà mai. Urlano i giudici che dopo due mesi di vacanza devono fare i conti con chi gli dice chiaro e tondo che l'epoca dei privilegi è finita e che oltre 2 milioni di processi civili pendenti hanno l'urgenza di essere smaltiti e non dimenticati. L'incertezza dei procedimenti in sede civile e penale è una delle ragioni per le quali in Italia non si investe. Togliere trenta giorni di ferie a chi è strapagato crediamo non sia una pretesa assurda ma un dovere civile. Poi, ancora. I rematori contro per professione e quelli che invocano salvaguardie per mantenere rendite di posizione anacronistiche per non dire antistoriche. Sono quasi tutti professori, magari baroni, i peggiori, i pensatori nullafacenti. Poi, infine, ci sono gli allarmisti nati, quelli che se sentono uno starnuto per strada scrivono e urlano che è arrivata l'aviaria. Ora se la sono presa con la tubercolosi che ha fatto il paio con i microchip, le sirene, gli alieni, la luna mai violata, le sirene, i troll e i puffi che si nascondono dovunque, soprattutto nell'aula di Montecitorio. Nonostante calendari traballanti, scadenze rinviate, qualche chiacchiera di troppo e una manciata di sogni sparsi sulla verde prateria del cielo, c'è invece qualcuno che ci sta provando. La speranza è che Renzi non arrivi mai a dire, come ha fatto (giustamente) Fausto Bertinotti: “Cari compagni non ho capito una mazza”. Glielo avevamo scritto in tutte le salse, finalmente lo ha capito, potenza della senilità.

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