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[Non di solo libro] Di flauti e violini

Creato il 13 dicembre 2013 da Camphora @StarbooksIt

Ci siamo lasciati che parlavamo de quello, de André, che traduceva le poesie americane, quelle scritte su le tombe. E boh, ve ricordate che me chiedevo dei testi. So’ annato a sgranocchialli, che ve devo di’? Erano  bboni.

Se parlava de violini e de flauti. È ce sta sta canzone qua, che s’intitola ‘issonatore giones’ che (sto a legge la traduzione itajana, perché, insomma, io in inglisc so’ arrivato solo alla prima lezione, de katz is on de teibol) che dice (sempre la traduzione de quella, la Pivano): Finii con le stesse terre,|finii con un violino spaccato -|e un ridere rauco e ricordi,| e nemmeno un rimpianto. E insomma, s’ascolti la canzone non è mica uguale:
Finì con i campi alle ortiche|finì con un flauto spezzato|e un ridere rauco

e ricordi tanti|e nemmeno un rimpianto.

E insomma, se te metti a gioca’ a le differenze, lo vedi che non è uguale, no? Terre  là, campi qua e ce po’ sta, ma un flauto e un violino, mica so la stessa cosa, no? er flauto lo impari anche a scuola (mai stato bravo, c’ho le zampe corte). Però s’ascolti la canzone il flauto ce sta, eccome se ce sta, se nun me sbaglio. E allora ho pensato: sta avedde’ che de andrè c’ha messo il flauto perché er violino non ce stava nella canzone. E invece no. Dice che er violino tornava male con la metrica, con le note, e allora c’ha messo er flauto. Oh, è  forte ‘sto Fabber, che le cose te le spiega. E te dice che ha scelto queste poesie qua perché c’hanno un messaggio politico, e mica c’aveva pensato, che stava a parla’ de borghesia, della mancanza de comunicazione e che, insomma, se nella vita pensi solo a guadagna’ poi te perdi un sacco de cose belle. Er sonatore giones, invece, è diverso. Lui mica pensa alle piotte, lui pensa a divertisse. Lui sona mica perché vo’ vince’ icsfactor, lui sona perché se diverte. Poi more lo stesso, ma more libero e contento, che è ‘na bella soddisfazione pure quella.

E poi se leggete l’intervista Fabber ve dice che lui un po’ de cose ce l’ha messe nuove nelle canzoni, perché insomma, le cose le doveva fa’ capi’ alla gente italiana dell’anni settanta, no agli americani  de cent’anni fa, e allora te piazza quarcosa de novo. Prendi er blasfemo, che poi sarebbe quello che bestemmia. Tipo che Fabber ce parla de ‘na mela, ma la mela nella poesia Eva l’ha magnata, invece nella canzone la mela sta sulla terra, è tutta un invenzione pe’ facce sta bboni. E mo’ che ce penso, al fatto che ce vogliono fa’ sta bboni e mi sa che Fabber mica c’aveva tutti torti.

Ma poi che ne so, so’ un tarlo da bare, io, mica un poeta. Però me sa che de poesie me ne magno ancora, perché so’ saporite.


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