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Non di solo telegiornale si vive

Da Famigliacolori

Non di solo telegiornale si vive

Mettiamo che un giorno vi alziate con la paura di perdere il posto di lavoro, o di non riuscire ad arrivare con il vostro stipendio alla famosa quarta settimana (che per molti è diventata terza), o di non riuscire a iscrivere vostro figlio all’asilo e così via. Cosa fare per combattere questa paura o meglio cosa fare per convivere con essa, dato che i soldi per una psicoterapia non li avete?

Basta accendere la TV e seguire un telegiornale, non ha tanto importanza su quale rete, visto che più o meno tutti si assomigliano: vi sentirete subito meglio perché è vero che in Italia c’è la crisi (oggi sì, qualche tempo fa non esisteva affatto), ma il Paese sta reagendo meglio di tanti altri. Certo si dovrà fare qualche piccolo sacrificio, ma già si vede la luce. Se proprio di qualcosa volete avere paura, guardate piuttosto ai problemi dell’immigrazione e della criminalità (così continuerete a seguire con entusiasmo coloro che del problema sicurezza hanno fatto la loro bandiera). Capita così che

sul piccolo schermo le notizie sull’emergenza economica sono venti volte in meno di quelle sulla criminalità. Uno strabismo mediatico tutto italiano, unico in Europa (fonte).

E se a voi immigrazione e criminalità non fanno così paura, allora sì che dovete preoccuparvi, perché avete una visione distorta della realtà, come quella giornalista che faceva le faccette … chi era? … ah sì, la Busi, che si domandava dov’è nei tg il paese reale (molto meglio la giornalista che l’ha sostituita: più bella, più giovane e soprattutto sempre con la stessa espressione, dalla quale nulla trapeli).

Se poi per sbaglio capitate, proprio così tra una pupa e un secchione, di seguire un programma sulla propaganda del Ventennio (ché di soli telegiornali non si vive), sentirete parlare di veline (no, non quelle di Striscia, anche se googlando occorre arrivare almeno all’undicesima pagina per trovare significati diversi). Le veline erano anche  i “suggerimenti” che Pavolini, ministro fascista della cultura popolare (il Minculpop) passava ai giornali  perché nascondessero tutto ciò che poteva offuscare l’immagine di un’Italia giovane, forte e vittoriosa, guidata da un duce giovane, forte e vittorioso.

Se infine vi venisse in mente di fare pericolosi paralleli, siete matti da legare: le paure non sono davvero il vostro problema principale.


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