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“Non dire gatto”: la ‘povna, il ‘giorno libero’ e lo sceneggiatore

Creato il 17 aprile 2014 da Povna @povna

Ha augurato (a sé e a tutti) buone vacanze con anticipo, e lo sceneggiatore, piccato, ha detto: “Aspetta!”. In questi giorni, infatti, lui riflette sul tempo. E di fronte alla ybris della ‘povna ha deciso di prepararle, seduta stante, una lezione.
Ieri mattina la ‘povna si beveva il secondo caffè tutta contenta, mezza in pigiama, ancora, a celebrare la giornata di vacanza. Aveva in programma di portarsi avanti con alcune amenità scolastiche che affronterà al ritorno (le lezioni sul 25 aprile, per esempio), poi di fare un giro in centro a caccia di libri e regali per mamma ‘povna, di andare a nuoto, e poi al cinema, e magari anche un aperitivo.
Improvviso, il solito squillo (che adesso ha per fortuna imparato a riconoscere) le ricorda che possiede un cellulare. La chiamata viene dal Prefabbricato, e la ‘povna si mette metaforicamente sull’attenti.
“Pronto, professoressa, le passo la preside”.
E lei inizia a mangiare la foglia, perché le sembra assai improbabile che Barbie la faccia chiamare un mercoledì di giorno ‘libero’ solo per poterla salutare.
“Pronto professoressa, come sta, non ci sentiamo da un pezzo”.
“Bene, preside, direi che è tutto a posto”.
“L’ho fatta chiamare oggi, con una certa urgenza, perché ho tante cose da dirle”.
“Sono tutta orecchie”.
Un paio di comunicazioni si possono per ora omettere: torneranno a occupare la vita della ‘povna (e una porzione buona del suo tempo) verso maggio. Ma un avviso in particolare, tra gli altri, è di quelli che vale la pena raccontare.
“Guardi, professoressa, mi è appena arrivato un bando che mi sembra parecchio interessante. Si chiama “Erasmus +”, e riguarda un bellissimo progetto. Si parla di educazione alla lettura attraverso le nuove tecnologie, riflessioni filosofiche sugli e-book e il loro impatto sui ragazzi, e propone a una rete di scuole, riunite in Europa dentro un network, di fare un progetto per poterci studiare”.
“Ha ragione, preside, è proprio bello!” – la ‘povna ne è entusiasta: va nella direzione in cui ricercano da un po’ lei, Viola, Noise e altri colleghi interessanti.
“Sembra cucito su di lei, ne ero certa!”. La voce di Barbie è persuasiva, convincente. “C’è solo un piccolo dettaglio…”.
“…”
“Il bando scade domani”.
“Ah”.
Ed è da compilare interamente in inglese, per giunta. Man mano che le informazioni si accumulano, la ‘povna cancella mentalmente le cose da fare dalla lista.
“Eh, lo so, professoressa, mi sta maledicendo” – la voce di Barbie continua a parlarle in sottofondo – “e ha pure ragione. D’altra parte…”.
“D’altra parte questa occasione non la possiamo perdere” – la ‘povna completa la frase sovrappensiero, perché l’idea di tirarsi indietro non le si è proprio posta. Oltre tutto, oggi, è comunque giorno di scuola.
“Benissimo. Allora le faccio mandare i materiali dal professor Hal9000, che sa tutto”.
["C'era il tuo zampino, dunque"].
“E poi io vedo di fare il meglio che si può in queste 36 ore”.
“Grazie mille, professoressa, lei è una sicurezza. E comunque buone feste”.
“Anche a lei, preside Barbie; ora mi butto a scrivere, che qui il tempo è da contare”.
Terminata la telefonata, la ‘povna digita un sms:
“Kiamami appena puoi, possibilmente subito”.
Si dimentica persino il tradizionale “Grz”.
Hal9000 è pronto: “Tra 25 minuti, ora devo andare in classe. Le cose comunque te le ho già inoltrate”.
Alle 11.30, la ‘povna e Hal9000 hanno oramai definito il piano di battaglia. Lui, a scuola, si occuperà di tutte le varie faccende burocratiche (codice, protocolli, permessi, firme). Lei, da casa, rivederà una prima parte che lui ha tentato in un inglese (ehm) da piangere. E poi scriverà direttamente la seconda (ché, lo confessa, il pensiero di pensare in Albione qualche ora, come è come non è, la appaga).
Salta la programmazione per il 25 aprile.
Salta la piscina.
Saltano i libri, il giro in bicicletta, il cinema.
Salta pure la pipì, a dirla tutta – ché la ‘povna se ne ricorderà solo alle sei del pomeriggio, grazie a un sms: “Mi raccomando, ‘povna, falla, altrimenti tu schianti!”. Per tutto il pomeriggio, con Hal9000, è un rincorrersi di scambi di idee, verifiche, controlli. Ma all’alba delle sette la prima bozza di progetto, infine, è pronta. E non è neppure venuta troppo male.
“Te la mando, ora esco a fare l’aperitivo” – digita veloce la ‘povna.
“Ti chiamo dopo cena, quando ho messo i bambini a letto” – replica il buon padre di famiglia.
La ‘povna esce con l’Anziana di Ginevra, a provare un nuovo posto. Quando ritorna, è di buon umore, e anche un po’ alticcia. Ma riesce comunque a essere lucida al telefono.
“Allora, ‘povna, innanzi tutto, quell’inglese, mamma…”.
“Ho fatto tanti errori, scusa, ero di fretta” (perché lei, si sa, è maliziosetta).
“Al contrario, volevo farti i complimenti, è madrelingua. Non avevo capito che lo sapessi così bene”.
Madrelingua non è, e lei lo sa benissimo. Comunque incassa volentieri, e dentro gongola. Ma poi si mette a lavorare seria.
A un minuto a mezzanotte, il file rivisto è impacchettato e pronto. La ‘povna lo invia ad Hal, spegne tutto e poi va a letto.
Il mattino dopo sarà lui a inoltrarlo a chi di dovere, così come da accordi. Lei intanto, beata, finalmente sta a nuotare.


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