Magazine Internet

Non dire “sondaggio” se non ce l’hai nel sacco

Da Kobayashi @K0bayashi

Il Corecom dell’Emilia-Romagna, il comitato regionale per le comunicazioni, ha inviato recentemente una nota alle testate giornalistiche del territorio di sua competenza per invitare al rispetto del regolamento in materia di pubblicazione e diffusione dei sondaggi (d’opinione, politici ed elettorali) sui mezzi di comunicazione di massa. Dal 2012, infatti, il Corecom svolge funzione di vigilanza sul rispetto delle norme relative alla materia per quanto riguarda i media a carattere locale.


In particolare l’art. 4 del regolamento prevede l’obbligo, per la testata giornalistica che pubblica o diffonde i risultati – integrali o parziali – di un sondaggio, di accompagnarlo con la nota informativa per garantire la correttezza e la trasparenza dell’informazione veicolata. Proprio per questo motivo, dunque, è stato fatto divieto alle testate di utilizzare impropriamente il termine “sondaggio”: nello specifico tale parola non potrà più essere usata in relazione a una più generica “manifestazione di opinioni” che, secondo il Corecom, sarebbe priva di quel carattere di rilevazione demoscopica di tipo campionario che caratterizza il sondaggio come strumento di rilevanza statistica – mentre la generica manifestazione di opinioni sarebbe da intendere come “modalità di raccolta di informazioni priva di valore scientifico”.

In caso di mancato rispetto delle disposizioni regolamentari, inoltre, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) potrebbe applicare alla testata inadempiente sanzioni da 10mila a 250mila euro. Insomma: non dire sondaggio se non ce l’hai nel sacco!


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog