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Non è la fine del mondo

Creato il 01 febbraio 2012 da Malvino
Ho smesso di leggere Il Foglio da poco più di tre mesi e ho spiegato il perché in un post dello scorso 20 ottobre, al quale rimando per non ripetermi. Per l’attenzione che questo blog ha sempre dedicato al giornale di Giuliano Ferrara, l’ho considerato un atto dovuto. Vorrei solo rammentare che scrivevo: “Se qualcuno dei miei lettori mi invierà qualcosa pubblicato su Il Foglio sollecitandomi un commento, può darsi che vi butterò uno sguardo, ma non si offenda se non risponderò in pubblico, né in privato: vi dedicherò attenzione solo se davvero dovesse valere la pena”. Da allora ho ricevuto una ventina di email di richieste in tal senso, ma nessun allegato mi è parso degno di un commento, fatta eccezione per uno sfregio di Marina Valensise alla memoria di Jacques Lacan. Se devo giudicare da quanto mi hanno segnalato i miei lettori in questi mesi, devo ribadire: “Il Foglio sembra aver esaurito il repertorio dei suoi trucchetti più sofisticati e non riesce che a produrne di meschini, tanto meschini che neanche vale più la pena di segnalarli… Nemmeno riesce più a fare incazzare, che pure può essere un buon motivo per continuare a leggere un giornale: prevale una sensazione di fastidio, mista a pena”.Di nuovo c’è solo che tra ieri e oggi mi arrivano ben sei email che mi segnalano l’editoriale nel quale Giuliano Ferrara dà finalmente atto che il suo giornale è in crisi, dopo averlo negato tante volte, sempre baldanzosamente. Lo avevo già letto (Massimo Mantellini lo commentava due giorni fa con spietata lucidità), ma scriverne mi era parso superfluo. Qui finalmente mi decido a due righe, così rese doverose.Lascio da parte lo specifico, preferisco tenermi sul generale, perché la crisi de Il Foglio è la crisi di tante altre testate che sono in edicola solo grazie al finanziamento pubblico, come Stefano Menichini ci dà modo di rammentare grazie a un suo intervento su Il Post, che si commenta da solo.Preferisco dirlo a lui, piuttosto che a Giuliano Ferrara: non condivido le tue opinioni e difenderò sempre il tuo diritto di esprimerle, ma da nessuna parte nelle opere di Voltaire sta scritto che tu abbia il diritto di mangiare grazie alle tue opinioni e che a riempirti il piatto debba essere il contribuente. Se non riesci a fare delle tue opinioni un lavoro che ti dia da vivere, coltivalo come hobby e cambia mestiere. Soprattutto, non piagnucolare come se la chiusura de Il Foglio (ma stai pensando a quella di Europa, vero?) fosse la fine del mondo. Tuttal più è che Rutelli non riesce più ad assicurarti uno stipendio.

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