Magazine Pari Opportunità

Non è un paese per donne

Da Wanderer @Inneres_Auge
Della (presunta) parità tra uomini e donne nel mondo islamico si discute sempre più spesso (ultimamente per il 'caso' Sakineh) e più o meno tutti sono concordi su un fatto: loro non rispettano le donne. Nel mondo occidentale, quello di cui facciamo parte e che è quello più 'evoluto'; talmente evoluto da progettare torture, esecuzioni proprio come gli islamici, più o meno tutti i parlano ogni giorno attraverso i mass media della uguaglianza tra uomini e donne.
Le prove sono sotto gli occhi di tutti: negli USA, quella che per convenzione è la più grande democrazia del mondo, non c'è mai stato un presidente donna. Nei paesi del G7 (o G8?) non c'è mai stata al governo una donna fatta eccezione per l'Inghilterra. Nelle principali banche mondiali i dirigenti sono uomini, i colossi dell'informatica (Facebook, Google, Yahoo, Windows) sono guidati da uomini. Le principali testate giornalistiche, gli organi preposti alla salvaguardia dei diritti umani, le principali industrie di tutto il mondo cos'hanno in comune? Non ci sono donne manager.
E veniamo all'Italia, il paese dei diritti umani per eccellenza. Cominciando dai mestieri dove le donne sono più degli uomini, ad esempio l'insegnamento. Nelle scuole, quante donne sono presidi? Molte meno degli uomini. Quanti Rettori donne nelle università? Una miseria. Nei calzaturifici lavorano quasi esclusivamente donne ma ai posti di comando solo uomini. L'Italia non ha mai avuto una donna presidentessa del consiglio dei ministri, della repubblica o del senato. Solo due sono state alla presidenza della camera, Nilde Iotti ed Irene Pivetti.
Nei gruppi parlamentari tutti i posti di rilievo sono in mano a uomini, ad eccezione del posto di capo-gruppo al senato del pd (Anna Finocchiaro). Nel direttorio della Banca d'Italia c'è una donna, nelle grandi industrie  pochissime sono dirigenti e in totale sono una scarsa percentuale. I sindacati vedono ai propri vertici quasi esclusivamente uomini. Delle 20 regioni italiane solo Lazio ed Umbria sono governate da donne. Anche nel settore della magistratura le cose non cambiano: nel CSM non c'è una donna, nella Corte Costituzionale solo una. Nei consigli d'amministrazione delle aziende italiane le donne sono una nettissima minoranza.
Nel settore dell'informazione, solo tre quotidiani a tiratura nazionale sono diretti da donne (Il Secolo d'Italia, l'Unità, Il Manifesto) e solo un tg, il TG3 di Bianca Berlinguer. A quanto pare l'unico settore dove le donne spopolano in Italia (e dove sono molto richieste) è quello della pubblicità, televisiva e non. Il corpo delle donne viene usato per sponsorizzare tutto. Questo è il modo più efficace di fare carriera per il sesso debole, lo dimostra il 'velinismo' in politica (basti pensare al nostro ministro per le pari opportunità, scelta per lo spacco di coscia più che per il titolo di studio). L'utilizzo frequente di stereotipi (la donna deve cucinare, stirare e accogliere il proprio uomo con la maggiore enfasi possibile) è l'arma migliore, o peggiore a seconda dei punti di vista, dei mass media. La meritocrazia in questo paese non è applicata per gli uomini e per le donne è ancora peggio. Tutto ciò nonostante sia provato che le donne sappiano spesso gestire meglio gli affari e siano più acculturate, preparate dei colleghi maschi.
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