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Non gettare dalla finestra la tua televisione!

Creato il 26 ottobre 2011 da Theanonymato

Una riflessione e alcune istruzioni per riciclare correttamente il vecchio apparecchio televisivo.

NON GETTARE DALLA FINESTRA LA TUA TELEVISIONE!

Negli ultimi cinquant’anni, di pari passo con progresso e benessere economico, il televisore è diventato un accessorio sempre più diffuso, entrando via via nelle case di tutte le classi sociali. Con il passare degli anni è diventato una presenza fissa nelle nostre case (e spaventosamente anche nelle nostre vite…) oltre che nelle discariche.

Proprio in questi anni, in Italia stiamo attraversando il processo per cui si passa definitivamente alla televisione digitale e, non potendo più ricevere il segnale analogico, per molti questo rappresenta l’occasione buona per disfarsi della vecchia TV a tubo catodico a favore di tecnologie più recenti (TV al plasma o LCD) ormai tutte dotate di un decoder per il segnale digitale terrestre integrato.

E’ impossibile trascurare l’impatto ambientale che deriva da tutto questo: lo switch-off, ovvero il passaggio al digitale, che è cominciato nel secondo semestre del 2008 in Sardegna e avrà coinvolto tutte le regioni italiane entro il 2012, ha generato nei primi due anni un ammasso di rifiuti pari a 300.000 tonnellate. Rifiuti che si vanno ad aggiungere a 182 milioni di kg di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche(RAEE) già prodotti, la tipologia di rifiuti in più rapido aumento a livello globale e con un tasso di crescita tre volte superiore ai rifiuti normali (in Italia sono circa 14 kg per abitante ogni anno di cuise ne raccolgono solo 2 kg!).

Un vecchio televisore a tubo catodico, oltre ad essere pesante e spesso ingombrante, è anche difficile da smaltire correttamente in quanto è formato da più componenti che devono essere separati e trattati in maniera diversa per poter essere riciclati. Fra questi elementi troviamo sopratutto il vetro (48% del televisore) ma anche plastica (16%), ferro (12%), rame (3%) e alluminio (0,4%).

A questo punto, per adottare un comportamento corretto nei confronti di tutto questo, cosa possiamo fare? Come e dove possiamo smaltire questo tipo di rifiuti?

Innanzitutto chiedetevi se il televisore in questione sia proprio da buttare: con un lettore dvd o con un decoder anche economico potreste decidere di allungare la vita del vostro apparecchio ancora di qualche anno…

Se avete prorpio deciso di disfarvi del vecchio televisore, potete portarlo (insieme ai rifiuti RAEE in generale) presso l’isola ecologica del vestro comune o presso uno dei diversi centri di raccolta di questi rifiuti presenti in Italia: se ne può trovare una lista completa sul sito web del Centro di coordinamento RAEE (www.cdcraee.it).

Inoltre, se avete pensato di acquistare un nuovo apparecchio nel momento in cui avete deciso di gettare quello vecchio, allora può interessarvi questo: “L’entrata in vigore del Decreto Ministeriale n°65 dell’8 marzo 2010, cosiddetto Decreto Semplificazioni, o “uno contro uno” che – a partire dal 18 giugno 2010 – consente al cittadino che acquista una nuova apparecchiatura elettronica di lasciare al negoziante quella vecchia. Il ritiro da parte dei commercianti è obbligatorio e gratuito presso il punto vendita e potrà avvenire solo se l’apparecchiatura acquistata è della stessa tipologia di quella consegnata.”

NON GETTARE DALLA FINESTRA LA TUA TELEVISIONE!

Sempre riguardo alla situazione legislativa nel nostro parese rispetto alle suddette tematiche, va detto che l’Italia, in risposta alla direttiva della Comunità Europea 2002/96, si è dotata di un sistema normativo che regola la gestione dei rifiuti RAEE con il dlgs 151/2005 i cui obiettivi sono: la prevenzione della produzione di rifiuti RAEE, la promozione di reimpiego e riciclo per ridurne la quantità destinata allo smaltimento e la riduzione dell’uso di sostanze pericolose contenute in queste apparecchiature, ponendo vincoli rispetto all’uso di piombo, cadmio, mercurio, cromo esavalente, bifenili polibromurati, etere di difenile promobromurato per i prodotti fabbricati o importati.

Come si traduce in realtà tale provvedimento? Tra gli attori nell’attuazione di queste direttive troviamo sia i Comuni, che dovranno garantire il corretto funzionamento dei Centri di Raccolta pubblici dei rifiuti RAEE che i produttori (intesi sia come aziende che fabbricano apparecchiature elettroniche che come brand rivenditori di altri fornitori o imprese importatrici), che avranno l’obbligo di sostenere e gestire sia i trasporti dei rifiuti presso gli impianti, sia il trattamento di questi con garanzia di raggiungimento di specifici obbiettivi di recupero, di reimpiego e riciclaggio dei materiali.

Le aziende produttrici europee, chiamate così ad assumersi nuovi impegni etici, ecologici ed economici si organizzano e cercano inspirazione guardando al Giappone: il Metec (Matsushita Eco-Technology Centre) è l‘impianto di disassemblaggio di uno tra i maggiori colossi della produzione di tecnologia al mondo, e pare sia destinato a diventare il modello da cui attingere. Qui vecchi televisori ed elettrodomestici vengono disassemblati al ritmo di un milione di pezzi l’anno secondo una strategia che lega coscienza ecologica e nuova economia: da una parte si apre alle istanze ambientaliste che, in un Giappone devastato da anni di cementificazione selvaggia, si fanno sempre più urgenti e dall’altra si sperimentano nuovi business, si fanno nuovi soldi. Perché il riciclo dei preziosi materiali contenuti nelle apparecchiature elettriche come ferro, rame, vetro, alluminio, è anche redditizio!


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