Magazine Diario personale

Non mi intendo di jazz

Da Robyp
NON MI INTENDO DI JAZZNon potrei mai scrivere la recensione di un disco Jazz. Mi piacerebbe e a dirla tutta ci ho anche provato, ma non ne sono capace, mi mancano le basi e l'esperienza necessarie e probabilmente scriverei delle sciocchezze. Non solo, prima di mettermi all'opera andrei sicuramente a fare qualche ricerca in giro per il web, di conseguenza la recensione suonerebbe fasulla, impersonale. Così non credo che la scriverò mai, anche se il Jazz, in special modo quello della prima metà del secolo scorso,  rappresenta da sempre un'alternativa a quanto ascolto abitualmente. Questa mia piccola, discreta passione parallela è molto facile da alimentare e mantenere,  perché i dischi Jazz si trovano a quattro soldi e spendendo quindici euro è possibile portarsene a casa tre o quattro. Così, quando mi capita di passare in una nota libreria di Roma è molto probabile che passi una decina di minuti davanti al mucchio dei CD in offerta speciale, dal quale è inevitabile pescare qualche capolavoro di Miles Davis, Charlie Parker, John Coltrane e tanti altri grandi nomi del passato. Devo dire che nella scelta giocano un ruolo determinante le copertine degli stessi (molto superficiale, mi rendo conto), perché ce ne sono alcune che trovo stupende. Nei giorni scorsi uno dei miei leggendari mal di schiena mi ha costretto a casa, e devo dire che il celebre Birth Of The Cool di Miles Davis (acquistato alcuni anni fa) è stato di grande compagnia. Di questa piacevole parentesi musicale mi limito a tenerne traccia in questo post, evitando analisi approfondite che risulterebbero inadeguate. Lo ripeto, io non so scrivere di Jazz, tanto meno di nascente Cool Jazz e di alternative al Bebop. Mi limito ad ascoltare.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog