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Non mi risulta che nella sinistra storica, il Pci, ci sia mai stato un divieto per i giovani. Anzi, c’era la Fgci e tanta ironia, e un certo Berlinguer. Renzi non ha avuto questa fortuna.

Creato il 30 ottobre 2011 da Slasch16

Non mi risulta che nella sinistra storica, il Pci, ci sia mai stato un divieto per i giovani. Anzi, c’era la Fgci e tanta ironia, e un certo Berlinguer. Renzi non ha avuto questa fortuna. Nella vita, nelle aziende, nello sport, in politica il largo ai giovani c’è sempre stato e questo nell’interesse stesso delle strutture.
Questo non è un post nostalgico, alla si stava meglio quando si stava peggio, ma attuale più che mai per capire perchè i giovani sono sempre i giovani ed i fenomeni sono fenomeni anche da giovani.
La differenza tra un fenomeno ed un giovane normale sta nel fatto che il fenomeno è a disposizione, degli altri, del partito, il giovane è propenso alla presunzione.
Nel Pci non mancava certamente l’ironia, solo con le battute di Pajetta si potrebbe scrivere qualche libro e ci sono in giro, ma non si offendeva l’anziano militante o il giovane aspirante senza affidarsi alla mancanza di rispetto per sembrare più moderni e più bravi.
La sfida era nella sostanza non nell’apparenza o nell’eloquio migliore del giovane che ha studiato rispetto al militante con la terza elementare che ha fatto il muratore.
Anzi, erano questi militanti che con la loro vita e la loro saggezza acquisita sul campo erano di riferimento per noi anche se sbagliavano aggettivi e  congiuntivi, la sostanza era al livello di un Pasolini.
Memorabile la battuta di Pajetta su Enrico Berlinger, si è iscritto giovanissimo alla direzione del Pci.
Non per questo Pajetta ha mancato di rispetto a Berlinguer, anzi conoscendo la sua intelligenza e la sua ironia, lo potrei definire un complimento.
Cosa è stato Berlinguer per la sinistra italiana ce lo racconta la storia, cosa è ancora per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, da vicino o da lontano, è ancora una fonte, un faro, un riferimento che è andato oltre il suo sacrificio.
Perchè la sua morte è stata un sacrificio a difesa dei più deboli, si è immolato per gli ultimi e, prima della crisi definitiva ha voluto dire: votate  e fate votare Partito Comunista Italiano.
Berlinguer non aveva la milionesima parte della presunzione di Craxi, colui che ha avviato l’Italia alla disgregazione ben prima del suo compare Berlusconi.
E’ l’humus dove uno è cresciuto che fa la differenza ed alludo all’humus ideale non di nascita o di classe, alludo a quelle che avevano nella testa e nel cuore personaggi come Gramsci, Berlinguer e tanti altri che, pur avendo studiato hanno saputo stare ,parlare, combattere con gli ultimi la maggioranza dei quali, in quegli anni, era analfabeta.
Tutto ciò con una umiltà che andava oltre agli ultimi, gli umili, i vessati, lo stesso Di Vittorio pur avendo fatto l’università del bracciante, divenne uno dei più grandi sindacalisti italiani.
Informatevi.
Se dovessi trovare qualcosa in comune tra questi grandi personaggi della storia politica e sindacale della sinistra italiana direi l’umiltà, la capacità di mettersi al livello dei loro interlocutori e, fondamentale, farsi capire anche dall’ultimo della fila.
I maestrini da oratorio mi hanno sempre irritato, forse perchè competo con la loro presunzione, solo che a me sono bastate poche battute, dirette a me personalmente,  con una educazione ed un tatto che non avrei meritato proprio da Enrico Berlinguer in persona per capire che mia prosopopea di giovane rivoluzionario, pirla, dovevo cancellarla dal mio carattere per essere credibile, uno dei tanti, a servizio di tutti.
Bersani ha detto a Napoli: Siamo un collettivo, non si può scalciare ed insultare per farsi largo.
La sostanza è la stessa della risposta che mi ha dato Berlinguer ad un mio intervento, che ritenevo moderno e rivoluzionario, contro l’immobilismo del partito e del suo segretario, Enrico Berlinguer.
La sua risposta mi ha fatto capire quanto fossi ignorante, presuntuoso e sorpassato, giovane arrogante e maleducato pieno di sè stesso.
Questo è il meno, era un problema individuale di nessun conto la stupidità del giovane militante rivoluzionario che si credeva più comunista del segretario del Partito comunista, quello che conta è che, politicamente, rispetto a quelli come me Berlinguer era avanti di qualche secolo, per questo il suo pensiero, le sue riflessioni, sono più attuali che mai.
Vendola ne ha fatto una sintesi: tra noi il vecchio sei tu.
Renzi non ha avuto la fortuna di partecipare alla scuola di formazione  della Fgci e non ha conosciuto, politicamente, i grandi dirigenti del passato, ed è l’unica colpa che non ha.
Ma la sua presunzione resta e mi infastidisce.
Lui viene dall’oratorio, e lo dico con il massimo rispetto, ma mentre la Bindi si è evoluta in quanto donna intelligente, lui è ancora fermo a quando faceva tanti gol all’oratorio ed era ritenuto un fenomeno, all’oratorio.  Perchè al Campo Nou il fenomeno è Messi non Renzi.
Meno presunzione, più educazione e tanta, tanta umiltà.
Impari da Pasolini che in televisione si censurava usando un linguaggio più comprensibile alla massa ignorante dei teleascoltatori, la grandezza del genio l’hanno colta tutti ugualmente. Li studiano ancora Pasolini, Gramsci, Berlinguer, non credo che tra vent’anni ci sia qualcuno che si prenderà la briga di studiare Renzi, l’ex sindaco di Firenze che è convinto di essere il solo ad aver capito tutto.
Cominci imparando il rispetto, le battute le so fare anch’io che non faccio il sindaco.
Prima di criticare Bersani leggete, ascoltare, cosa dice ai convegni come quello di Napoli , Finalmente sud dedicato ai giovani.
Uno può anche essere televisivamente scarso, non bucare il video come un paio di tette o uno sproloquiatore  come Ferrara, ma Bersani fa politica non avanspettacolo  va ascoltato, e giudicato, per quello che dice non per la parlantina,anche se non niente da invidiare a quella di un toscano saccente.
Se un ragazzino della primavera esordisce in prima squadra, e fa un gol di culo, non  lo mandiamo subito in nazionale.
Soprattutto se si monta la testa.



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