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Non sapendo bene che cosa pensare.

Creato il 16 novembre 2015 da Massimo Citi
Non sapendo bene che cosa pensare.
Dopo Charlie Hebdo questa volta è toccata alla gente normale, agli appassionati di musica o di calcio, a chi si attardava per le vie di Parigi chiedendosi che cosa avrebbe fatto nel week-end ormai prossimo.  Centotrentadue morti, molti dei quali hanno dovuto attendere la morte in piedi, aspettando che il precedente venisse eliminato. Centotrentadue morti a Parigi, duecentoventisette pochi giorni fa, su un aereo che riportava a casa i turisti russi che avevano trascorso qualche giorno a Sharm-el-Sheik. Un conto che si allunga con i morti in Libano, nel Nord della Nigeria, in Siria, in Irak, in Libia, in Kenia, anche se, ovviamente, questi morti sono passati in secondo piano rispetto ai morti occidentali. 
Non sapendo bene che cosa pensare. Quanto basta per popolare un piccolo cimitero, se vogliamo essere precisi, morti che non è né facile né agevole spiegare con «intolleranza religiosa» o «guerre di religione» o «terrorismo a sfondo religioso». Ho letto di tutto, in questi giorni, di una guerra dovuta a motivi tutti interni al Medio Oriente, dove le potenze occidentali hanno ruoli tutto sommato secondari, di guerre asimmetriche, nel senso che noi abbiamo bombardieri, droni e satelliti ma loro hanno le bombe per farsi e farci saltare, del risorgente imperialismo francese, attivo in Mali e nei territori limitrofi - dove Boko Haram può presentarsi come entità liberatrice -, di una guerra di religione tra sunniti e sciiti, risvegliata dall'intervento americano in Irak. Ma questi sono solo alcuni dei temi toccati in questi giorni da commentatori e giornalisti [*]. In realtà nessuna di queste tesi da sola è sufficiente a spiegare la situazione che si è venuta a creare nel nuovo millennio, approssimativamente dalla data dell'11 settembre 2001. 
Il nostro caro George W Bush – ma soprattutto le compagnie petrolifere delle quali era un semplice passacarte - è riuscito a risvegliare un insostenibile vespaio in un luogo da sempre dagli equilibri precari come il Medio Oriente. L'intolleranza dei sunniti nei confronti degli sciiti irakeni è stata con ogni probabilità la miccia che ha fatto detonare la crisi e favorito la nascita dello Stato Islamico (IS). Gli sciiti, dei quali principale rappresentante è lo stato islamico Iraniano, ritengono il Califfo del neonato Stato Islamico - un sunnita - un incrocio tra un ciarlatano, un tagliagole e un usurpatore. D'altro canto l'IS ha la ovvia necessità di legittimarsi presso il popolo in gran maggioranza sunnita del Medio Oriente, colpendo con la medesima violenza gli sciiti e gli occidentali. Piccolo particolare da non dimenticare: l'IS si finanzia con il petrolio irakeno e con la vendita di reperti archeologici (fonte: The Guardian) e, oltre a questo, è finanziato da parte dell'oligarchia Saudita e degli altri stati della penisola Arabica (Qatar, Bahrein, Emirati Arabi Uniti) accomunati dalla fede sunnita e dall'odio nei confronti dello stato Iraniano. 
Obama ha presumibilmente compreso la genesi e i possibili sviluppi della questione IS, tentando di ricreare un accordo con l'Iran, cercando nel contempo di non abbandonare la pressione nei confronti dell'Arabia Saudita, un paese dalla politica e dalla visione del mondo essenzialmente medievali ma, come tutti sappiamo, ricchissimo. Ultimo elemento del quadro, il presidente siriano Assad è uno Sciita Alawita e governa - e in parte, di fatto, non governa più - una popolazione per il 90% formata da sunniti... 
Non sapendo bene che cosa pensare.
Questo significa che, probabilmente, un modo per vedere un miglioramento della situazione è lavorare per un accordo tra Iran e Arabia Saudita, l'unico dato capace di tagliare i finanziamenti all'IS. In secondo luogo appare chiaro che i bombardamenti di Hollande seguiti alla strage di Parigi possono (forse) essere utili a recuperare qualche voto che rischiava di andare al Fronte National, ma servono a ben poco nella situazione che si è creata.[**] 
In questo quadro che cosa pensiamo di fare, al di là di adottare un tricolore su facebook o cantare la marsigliese? Ben poco, temo, ma qualcosa sì. Credo sarebbe nostro compito sostenere tutte gli individui e le forze che lavorano per la pace. Che non significa limitarsi a sostenere che «La barbarie non vincerà», osservazione ancor più inutile che semplicemente stupida, o affrettarsi a chiudere le frontiere, ma sostenere chi lavora per un accordo nella regione, per un nuovo governo in Siria, per un accordo tra l'Iran e l'Arabia Saudita e più in generale per chiunque lavori per una pacificazione tra Sciiti e Sunniti. Ma ancora prima, cercando di comprendere che cosa sta davvero accadendo in Medio Oriente, ignorando le urla di guerra e gli appelli alla vendetta. E, magari, intanto, rinunciando al petrolio.   
Non sapendo bene che cosa pensare.
[*] Piccolo commento a latere: ovviamente senza considerare il pattume vomitato da egregi, perfetti, intollerabili imbecilli come Belpietro o Sallusti o pericolosi idioti come Salvini, Meloni o qualche pasdaran Berlusconiano come la Santanché. O l'insegnamento della nostra compianta Oriana Fallaci, morta nel 2006 ma rincoglionita molto prima
[**]  Ma per un giudizio più preciso sulla politica estera francese rimando ad alcuni articoli apparsi su Formiche , su Studio e su Dazeba News , che forse possono chiarire un po' meglio il quadro.

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