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Non sei alta e magra? allora non ti assumo

Da Simonasessa

Lavoro: "Alto e magro?"... "No" ... "Mi spiace".

Quando magrezza e altezza diventano requisiti decisivi in un'assunzione lavorativa come apprendista parrucchiere.

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Questa è la storia di una discriminazione a carico di una giovane disoccupata di nome Vanessa (in foto). Essere alti e magri è una "fortuna": Si è più attraenti fisicamente, si può indossare e mangiare quello che si vuole senza sentirsi in colpa... E perché no? Non si è tagliati fuori da una selezione lavorativa.

Niente a che vedere con lavori da fotomodello o da cubista da discoteca e simili: Tagliati fuori dall'aspirazione di un posto di lavoro comune, che non richiede tali requisiti, tipo un lavoro da parrucchiere.

Tempo di crisi, questo 2010. Una diffusa disoccupazione alimentata ancora di più da discriminazioni di questo genere. Discriminazioni da ritenersi uguali alle discriminazioni razziste, decisamente banali.

E' la storia di una ragazza che, come tanti giovani e meno giovani di oggi, sta aspettando soltanto il momento di essere assunta. Agenzie interinali, ufficio di collocamento, passaparola, internet: ogni modo è buono pur di trovare annunci che catturino la sua attenzione.

Un annuncio su internet appariva, agli occhi della ragazza neodiplomata, l'occasione giusta per ricominciare a lavorare.

"Cercasi parrucchieri qualificati e non" e la giovane, leggendo simili parole, non perde altro tempo: telefonino in mano, compone il numero telefonico scritto sovraimpressione.

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"Salve, ho letto un vostro annuncio in internet e volevo dirle che sono interessata alla vostra offerta lavorativa e anche se, purtroppo, non ho esperienza nel campo, mi piacerebbe imparare il mestiere". La ragazza si presenta così al potenziale datore di lavoro, aspettando una sua risposta.

"Si, salve! Non ha esperienze? Va bene, ma non è questo che m'interessa. Lei pensa di avere una bella presenza? No perché, come lei sa, per intraprendere questo mestiere bisogna presentarsi in una certa maniera, perché il mondo della parrucchieria richiede una particolare estetica".

La risposta del parrucchiere non è chiara alle orecchie della giovane che subito chiede spiegazioni: "In che senso, bella presenza? Io mi ritengo una bella ragazza, poi bisogna vedere cosa intende lei con questa frase! Per me la bellezza è soggettiva e dipende da tante cose. Perché lei cosa cerca?"

E la risposta, la sciocca risposta dell'uomo non si fa attendere: " Cerco una persona alta 1,65-1,70 minimo, un ragazzo che porta la taglia 48-50 massimo e una ragazza che porta al massimo la taglia 42. Perché io a queste persone farò indossare dei vestiti adeguati, uguali per tutti, così ci presentiamo bene a lavorare. Ma perché lei com'è? "

Il silenzio e poi, una risata nervosa si poteva percepire tra le parole di replica della disoccupata: "Capisco. No, io indosso la 44-46 e non raggiungo il metro e sessantacinque."

Immancabile il congedo beffardo dell'uomo: "Mi dispiace infinitamente".

Se al giorno d'oggi l'assunzione di un lavoratore viene determinata dai centimetri e dai metri è sintomo di una società che sta davvero degenerando, accecata da futili ed effimeri valori.

 E ci si chiede il perché la gente affoga nell'anoressia e nella depressione... .


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