Magazine Diario personale

Non si stava mica meglio quando si stava peggio

Da Pdc @pezzodicuore
Non si stava mica meglio quando si stava peggioIeri in ufficio ci raccontavamo le prime esperienze lavorative.La mia è abbastanza surreale se si considera che era il lontano 1986 (primo lavoro con veri contributi) facevo i telex quelli con la banda perforata, avevo la macchina da scrivere e per fare due copie usavo la carta carbone e se sbagliavo avevano appena inventato il cancellino liquido, ma ancora tornavo indietro e ci facevo il trattino sopra. Per dire.Me l'ero trovato, quel lavoro, passandoci davanti in autobus. Avevo visto che l'aziendina si stava ingrandendo e così gli ho scritto (per posta, altro che e-mail) una lettera chiedendo "non è che vi allargate perché cominciate a lavorare con l'estero? io parlo 5 lingue, magari vi torno utile". Avevo visto giusto, si allargavano per quel motivo, visti e piaciuti, ho iniziato a timbrare ricevute bancarie in piedi, perché facevo anche il centralino, ma il telefono era in un'altra stanza e quindi correvo avanti e indietro. Poi prendevo gli ordini dei clienti (era un'argenteria) facevo i pacchetti e li spedivo, facevo la receptionist, andavo alle fiere, non esisteva "no, guardi, questo non rientra nelle mie mansioni".La parte più naif era il titolare, un misto di genio e follia ma purtroppo con la base del classico paròn veneto. Aveva imparato il mestiere facendo il garzone di bottega ad 11 anni, poi si era messo in proprio e da lì aveva iniziato ad imperare.Innanzitutto la sua teoria è che gli operai vogliono fregare il padrone. Perciò lui aveva l'ufficio davanti ai bagni ed un tabellone dove segnava i minuti che ognuno passava al bagno. Meno male che i virus intestinali non andavano ancora di moda.La giornata finiva alle 5, ma lui aveva messo la sirena alle 5 e mezza, così magari per sbaglio ti fermavi un po' di più, ma lui non ti pagava gli straordinari, mica te l'aveva detto lui di fermarti.Per passargli una chiamata dovevo rincorrerlo in fabbrica (impresa ardua, aveva le gambe più lunghe del Pennellone) e poi lui veniva in ufficio, il portatile era lungi da venire. Non voleva spendere i soldi per la fotocellula del cancello ed alle mie rimostranze che non potevo star lì seduta a guardarlo chiudersi mi rispose (tutto rigorosamente in dialetto, ma vi grazio e traduco) che chi passa col cancello in movimento ze un cojòn. Finché in mezzo al cancello ci rimase lui con la Golf nuova di pacca, entrò urlando a grandi passi chi casso ga serà el canceo ed io gli ricordai cosa mi aveva detto ed il giorno dopo habemus fotocellula.Oppure usciva vestito di tutto punto e mi diceva vado a Brescia  ma ormai sapevo che faceva il giro della zona industriale ed andava a trovare quelli che ci vendevano l'azoto e poi tornava dopo mezz'ora entrando dal retro, perché si sa che quando il gatto non c'è, i topi ballano.Il bagno aveva i vetri trasparenti smerigliati ed ogni tanto me lo ritrovavo fuori che bussava a gran voce c'è il telefono che suona!Non si fidava di nessuno, ovviamente.Un giorno gli raccontai che avevo visto una cosa interessantissima, che ci avrebbe fatto guadagnare un mucchio di tempo nell'evadere gli ordini: il FAX. Lo portai in negozio per mostrargli come funzionava, ma lui non si convinceva non vedi che il foglio torna di qua?! si ostinava. Ecco.Poi magari se gli stavi simpatico era capace di darti 400.000 lire per un sabato passato coi clienti o una domenica in fiera (ed io ne guadagnavo 800.000, per darvi un'idea).Finché una mattina arrivo e trovo il cancello chiuso. Suono e la moglie (che ve lo dico a fare, ovviamente abitavano sopra la fabbrica) mi risponde A. ha la febbre. Eh, mi spiace, obietto, ma non può aprirmi il cancello? Eh, no, A. dice che non si può aprire se non c'è lui. Morale, siamo stati tutti (150) a casa 3 giorni, perché lui aveva la febbre.Di lì a 3 mesi mi sono trovata un altro lavoro e come me metà degli altri (all'epoca non era poi così difficile). Un lavoro normale in una grande azienda, dove timbravi, ti pagavano gli straordinari, nessuno ti bussava in bagno.Mica mi manca, il sig. A.E lui è ancora offeso per le mie dimissioni e se mi incontra per strada si volta dall'altra parte.
E voi? Com'è stata la vostra prima volta?

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