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Non siamo giovani

Da Mercedescoach

Spesso si sentono frasi come: "Dai, 37 anni, fai il quarto che sei giovane", oppure "quanti anni ha la tua mamma? (e già la tua mamma non è uguale a tua madre) 60, 70, 75? ah ma è giovane!" "Hai i figli all'università, sei giovane, goditela!"
E, anche se Picasso diceva che la gioventù non ha età, io credo che a un certo punto dobbiamo arrenderci. Lasciare il posto ai giovani come si cede il posto a un anziano. E' un loro diritto. Arrivando ai 40 capisco bene perché rischiamo di accanirci a considerarci "ancora giovani" per sempre: perché non lo siamo. Non ho mai sentito un giovane vero dire: "come mi sento giovane" mentre si separa le ciocche di cappelli di fronte allo specchio per osservare quanti peli sono diventati bianchi durante la notte.
Sono una donna, non una ragazza, e va bene così. Anche se quando mi lavo la faccia ho tra le mani il viso nel quale mi rispecchiavo e tanti dei sogni all'epoca, e anche l'angoscia esistenziale e le domande su dove andiamo e il perché di tutto questo, anche se nello sconforto corro ancora a leggere Cortázar e il respiro mi si normalizza, se mi trovo con i miei amici e non capiamo la differenza tra queste e le grigliate di vent'anni fa. Non sono giovane. Sono una donna. Che ha avuto, e si spera avrà, la possibilità di misurarsi col mondo, di prendersi a pugni con i suoi desideri e le sue paure, di conquistarli. Ho fatto delle scelte, azzeccando e non. Avuto figli, ho traslocato, ho lavorato, ho studiato, ho guadagnato dei soldi e deciso come spenderli, ho viaggiato da sola, non ho chiesto più permessi, mi sono ribellata fino a non averne più bisogno, e ho iniziato a ballare al ritmo della mia musica.
E quando porto le mie figlie a scuola e vedo le ragazze e i ragazzi del liceo, li guardo, con stupore e tenerezza. Loro sono i giovani. Si vede dallo sguardo tanto quanto dalla pelle. E soffrono, caspita se si soffre a quell'età. Devono imparare chi sono, dove stanno, e dove e come vogliono andare. Ma sono forti di un tesoro che intuiscono ma non si rendono veramente conto di avere. La gioventù. Io mi accetterò adulta, farò il duello per gli anni passati che non torneranno, mi perdonerò gli errori e le cose non concluse, perché tutto sembra facile col senno di poi. E mi impegnerò a conservare la voglia e la passione giovani, ma non la gioventù, quella la lascio a chi le aspetta..
"Ma, nonostante il tempo testardo
la mia sete d'amore è senza fine
coi cappelli grigi, mi avvicino
ai rosali del giardino

Gioventù divino tesoro
te ne vai per non tornare più!
quando voglio piangere, non piango
e a volte piango senza voler
Ma è mia l'alba d'Oro"

Canzone d'autunno in primavera di Rubén Darío


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