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non sono ancora stanco di raccontare storie

Creato il 14 luglio 2014 da Girolamo Monaco


La storia raccontata
vince (vince nel senso che supera e spiega) la paura della fine e del
fallimento.



La storia raccontata si
infila dentro le crisi di ciascuno di noi: essa ricerca gli strappi
esistenziali, le cadute di stile, le fatiche e le ferite, traduce i
salti in passaggi, assimila le fratture alle quotidiane fatiche che
sono necessarie per crescere. La storia non altera i
fatti, né li racconta come semplici fatti di cronaca di cose
successe e già fatte, ma li presenta, e presentandoli li spiega, li
assimila ad un percorso, li rende razionali e percepibili, li spiega
attribuendo loro un significato. La storia pone nessi logici,
causali, affettivi, etici, pone nessi di tutti i tipi perché
attraverso i nessi, i collegamenti, i legami si interpretano e si
presentano le esperienze della vita.



Non c’è certezza, ma
solo la consapevolezza dell’incedere continuo del battito cardiaco
e con esso della nostra coscienza inquieta ed innamorata.



Ecco perchè la
narrazione di queste storie diventa preludio di un’altra storia e
poi per un’altra ancora, in un continuo passaggio di consegne che
supera gli individui e le generazioni, a partire da chi prima di noi
ci ha fatti e passando per chi noi abbiamo formato fisicamente e
affettivamente.



Non sono ancora stanco di
raccontare storie, né mai potrò fermare la mia lingua balbettante.
La mente si confonde e gli
occhi si offuscano, ma resta sempre vivo il desiderio di raccogliere
con le storie le vite degli altri, ed amarle tutte come parti intime
di me stesso.



Noi siamo come gli
eremiti, schivi e diffidenti, che non vanno mai a cercare il
contatto, ma aspettano, parlano poco ma hanno tanto da dire e in
silenzio raccontano.



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