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Non tutte le munnizze vengono per nuocere

Creato il 10 febbraio 2015 da Abattoir

10289799_10151975018787504_4096173115414937419_nQuesto post nasce nella mia testa il 3 maggio 2014, poche ore dopo il ritorno in Serie A del Palermo, quando una persona che stimo molto pubblica su facebook la foto qui accanto titolandola “sabato 3 maggio 2014 – Il Palermo torna in serie A = feste, festini e munnizze al Politeama”.

Ora, prima di continuare a scrivere, è giusto che io precisi una cosa. Io amo il calcio e ancor di più il Palermo. Sono abbonata allo stadio e, ebbene sì, programmo la mia vita in base al calendario del campionato. Nonostante ciò c’è una buona percentuale di miei amici e conoscenti che mi reputa una persona civile, di una intelligenza nella norma, persino educata e attenta alle problematiche sociali. E vi assicuro che non appartengo ad una specie rara in via di estinzione. Strano ma vero, conosco tanta altra gente appassionata di calcio che tuttavia non compie atti violenti, non attacca la polizia fuori dagli stadi, non assale i tifosi avversari. Da frequentatrice degli stadi posso addirittura affermare che questa gente costituisce la maggioranza dei tifosi della maggior parte delle squadre. Questo perché, nel caso (molto probabile) in cui qualcuno fosse ancora convinto del contrario, l’equazione passione calcistica = ignoranza/inciviltà/stoltezza/barbarie non è stata ancora provata scientificamente.

Superata questa doverosa premessa, torniamo alla foto in questione. Quello che si vede è una piazza neanche troppo gremita (il che indica che la festa dei tifosi era già terminata) con un discreto numero di bottiglie, bicchieri e cartacce per terra. Mi pare (senza voler per questo giustificarlo) che non sia nulla di diverso da quello che si trova al termine di ogni manifestazione, di ogni tipologia (politica, sportiva, sociale, artistica), di qualsiasi città del mondo. Non ci credete?

Eccovi alcuni esempi: (cliccate sulle immagini per leggerne le didascalie)

Palermo 28 settembre 2013 - Manifesti abusivi No Muos
Roma, 22 giugno 2014 - Circo Massimo dopo il concerto dei Rolling Stones
Non tutte le munnizze vengono per nuocere
Pilton (Inghilterra) 30 giugno 2014 - Glastonbury Festival (festival musicale)

D’altronde un vecchio saggio diceva che cu mancia fa muddichi. Vale a dire che non esiste contesto geografico, socio-economico o politico in cui la presenza contemporanea di almeno una decina di individui nello stesso luogo non crei munnizza. Sarà per questo che tra i servizi di pubblica utilità di cui si servono i comuni esiste anche il servizio di “pulizia straordinaria in occasione di raduni, comizi, avvenimenti sportivi, concerti, convegni, feste popolari e mercatini”. E sarà per questo che esiste un omino che pulisce le chiese dopo le messe, i teatri (persino quelli più lussuosi) dopo gli spettacoli o gli stadi dopo le partite.

Attenzione! Con questo non voglio assolutamente giustificare chi dà vita a discariche a cielo aperto senza curarsi del bene pubblico. Vengo quotidianamente assalita da istinti pluri-omicidi ogniqualvolta scorgo un automobilista che lancia cartacce dal finestrino; ho il cruscotto della macchina pieno di volantini perché quando li trovo sul parabrezza non li getto per terra; ho regalato (e continuerò a regalare) posaceneri portatili ai miei amici fumatori e mi è capitato di camminare e camminare e camminare con la coppetta del gelato gocciolante che mi insozzava le mani prima di riuscire a trovare un contenitore nel quale gettarla.

Quello che contesto è il falso perbenismo con cui di volta in volta si utilizzano queste foto e questa ipocrita indignazione ora contro i tifosi, ora contro i cortei di CasaPound, ora contro le manifestazioni dei NoTav, ora contro i fan di questo o quel cantante. Ed è di ieri l’ennesimo scandalo, questa volta targato Mobilita Palermo, avente come capro espiatorio i manifestanti che hanno “accolto” Matteo Salvini in visita a Palermo. Questa l’immagine della discordia e questa la didascalia: “Cari palermitani: è peggio Salvini, oppure voi?”

salvini

La verità è che, al di là di ogni discriminazione, a prescindere dal colore della pelle, dal credo politico o religioso, dall’orientamento sessuale o dalla fede calcistica, la munnizza è il minimo comune denominatore di ogni corteo/raduno/concerto.

D’altronde, che ci piaccia o no: munnizza siamo e munnizza torneremo.


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