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Non tutti gli asteroidi vengono per nuocere

Creato il 08 novembre 2012 da Stukhtra

Anzi, se non ci fossero stati, oggi noi non saremmo qui a raccontarcela

di Alessandro Tavecchio

“La probabilità di attraversare con successo un campo di asteroidi è di 3720 a 1″, urla C-3PO, terrorizzato, mentre Han Solo si lancia in una manovra spericolata per sfuggire ai suoi inseguitori imperiali. Quello che l’androide non sa* è che, senza un campo di asteroidi nella posizione giusta, forse non si sarebbero potute evolvere le forme di vita complesse che lo hanno costruito.

L’affermazione è a prima vista controintuitiva. E’ pur sempre stato un asteroide a cancellare i dinosauri dalla faccia della Terra 65 milioni di anni fa e, come Hollywood non smette di ricordarci tramite blockbuster più o meno ridicoli, è possibile che una catastrofe del genere possa ripetersi in futuro. Quale può mai essere il vantaggio di avere questi potenziali killer in orbita?

Secondo un articolo pubblicato la scorsa settimana su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society: Letters da Rebecca Martin, dell’Università del Colorado, e Mario Livio, dello Space Telescope Science Institute di Baltimora, nel Maryland, una fascia di asteroidi può fare la differenza seminando acqua e composti organici (le materie prime indispensabili per la vita come la conosciamo) su un pianeta sterile come la Terra primordiale. Perché le condizioni siano perfette, però, deve entrare in campo un altro giocatore: un gigante gassoso.

Un Sistema Solare come il nostro ha origine da un disco di accrescimento. La maggior parte dei gas e delle particelle presenti nel disco si raggrumeranno al centro, andando a formare la stella. Il disco non è però completamente uniforme, quindi l’attrazione gravitazionale crea degli ammassi più piccoli, ciascuno con attorno il proprio anello. Sono dischi protoplanetari: le strutture da cui si origineranno, dopo un lungo accumulo, i pianeti. Non sempre però questi aggregati riescono a produrre pianeti veri e propri: la formazione può fallire se nei loro dintorni c’è un gigante gassoso, come il nostro Giove. La turbolenza causata dal passaggio di pianeti colossali provoca impatti continui tra i protopianeti, sbriciolandoli continuamente e impedendo loro di formare pianeti veri e propri. Questi frammenti, intrappolati dall’attrazione gravitazionale del Sole, finiranno per formare una fascia di asteroidi, come quella che incombe minacciosa su di noi nella zona compresa tra Marte e Giove.

Non tutti gli asteroidi vengono per nuocere

In questa illustrazione dell'Agenzia Spaziale Europea possiamo vedere tre possibili percorsi che può intraprendere l'evoluzione di una fascia d'asteroidi. Nel primo caso, in alto, un gigante gassoso come Giove attraversa la fascia di asteroidi in formazione, disperdendo il materiale e impedendo la formazione di pianeti. Nel secondo caso, il nostro Sistema Solare: un pianeta gioviano migra nella direzione della fascia di asteroidi, riducendone la dimensione ma mantenendola stabile. Se il pianeta gigante è troppo lontano, come nell'ultima immagine in basso, la fascia di asteroidi continuerà a essere massiccia e a bombardare il Sistema Solare interno. (Cortesia: ESA/A.Feild)

Ma non tutte le fasce di asteroidi vanno bene: se è vero che i piccoli impatti possono fornire utili materie prime, una fascia di asteroidi troppo ampia finirebbe per bombardare continuamente un pianeta roccioso vicino, rendendo impossibile l’origine della vita. E non contano soltanto le dimensioni: secondo Martin e Livio la posizione ideale della fascia di asteroidi è nei pressi dell’”orizzonte nivale”, cioè a una distanza dal Sole sufficiente per impedire lo scioglimento di particelle di ghiaccio in orbita.

Le condizioni del nostro Sistema Solare sono ideali grazie alla posizione e alla massa di Giove, ma non sempre nella galassia si è così fortunati. Dei 520 pianeti giganti osservati al di fuori del Sistema Solare, solo 19 si trovano al di fuori dell’orizzonte nivale, in una posizione adatta a impedire la formazione di fasce di asteroidi troppo massicce. Secondo questo modello, meno del 4 per cento dei sistemi planetari sembra avere una fascia di asteroidi compatta, ideale per dare la spinta iniziale all’origine della vita e ravvivare periodicamente il corso dell’evoluzione con qualche catastrofe qua e là nei tempi geologici.

Se i modelli teorici dei due scienziati dovessero rivelarsi corretti, avremo delle indicazioni più concrete per capire dove concentrare la nostra ricerca di vita aliena.

* C-3PO non sa neppure fare i conti: la maggior parte degli asteroidi non è più grande di 50 metri, e la distanza media tra loro è di centinaia di migliaia di chilometri. Non serve neppure un Millennium Falcon per viaggiarci attraverso indenni: 12 sonde spaziali hanno attraversato indenni la nostra fascia di asteroidi, in barba a George Lucas, che probabilmente è ancora convinto che i parsec siano un’unità di tempo.


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