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Numeri

Creato il 30 novembre 2015 da Pedroelrey

Ras­se­gna set­ti­ma­nale di numeri e dati note­voli che forse vi siete persi, sele­zio­nati durante le nostre let­ture su media, web e inno­va­zione digitale.

63 miliardi

Le frodi nella pub­bli­cità digi­tale: nel 2015 gli adver­ti­ser per­de­ranno 63 miliardi di dol­lari a livello glo­bale a causa dei bot (in par­ti­co­lare i soft­ware per auto­ma­tiz­zare i clic), almeno secondo le stime ripor­tate da uno stu­dio della ANA (l’associazione che rag­gruppa i mag­giori inve­sti­tori pub­bli­ci­tari ame­ri­cani). Lo stu­dio “The Fraud in Digi­tal Adver­ti­sing” ha misu­rato 5,5 miliardi di impres­sion in 3 milioni di domini per un periodo di 60 giorni. Il tutto per dare una dimen­sione del livello di frodi rag­giunte nel campo della pub­bli­cità digi­tale attra­verso appunto i bot che gene­rano traf­fico fit­ti­zio. Ne parla Digi­day che spiega nei det­ta­gli i mec­ca­ni­smi die­tro a que­ste frodi.

51%

Una pie­tra miliare per Net­flix: il 51% degli inter­nauti ame­ri­cani ha dichia­rato di aver visto almeno un film o uno show tele­vi­sivo negli ultimi 12 mesi sulla cele­bre piat­ta­forma di video strea­ming. Lo scrive Quartz citando un son­dag­gio con­dotto da RBC Capi­tal Mar­kets. In que­sta clas­si­fica Net­flix ha supe­rato – già a set­tem­bre – You­Tube tor­nata sotto il 50%, più distan­ziati Ama­zon, Hulu e HBO. L’ascesa della piat­ta­forma non si ferma però agli Stati Uniti (dove gli abbo­nati hanno rag­giunto quota 43 milioni) anche nel resto del mondo Net­flix sta sca­lando la vetta: gli abbo­nati inter­na­zio­nali a set­tem­bre erano 23 milioni. Un’ascesa che si riflette anche sul valore delle sua azioni più che rad­dop­piate quest’anno rag­giun­gendo un valore intorno ai 120 dollari.

+61%

L’aumento degli abbo­nati digi­tali del New Yor­ker: nel 2015, il sito web della rivi­sta ha aumen­tato la sua base di abbo­nati del 61% con un’audience di circa 13 milioni di visi­ta­tori unici al mese. Un con­tri­buto sem­pre più impor­tante a que­sti numeri, sosten­gono i respon­sa­bili dello sto­rico set­ti­ma­nale, pro­viene pro­prio da let­tori in fascia di età 18–34 anni. Lo riporta Masha­ble che dedica un arti­colo sulle stra­te­gie del New Yor­ker verso i let­tori più giovani.

647 miliardi

Fra 4 anni paghe­remo (quasi) tutti attra­verso il cel­lu­lare: sem­bra che il sistema di paga­mento attra­verso i tele­fo­nini (il mobile wal­let) nei pros­simi 4 anni supe­rerà quello che uti­lizza con­tante o carte di cre­dito, almeno secondo uno stu­dio ripor­tato da Nòva del Sole 24 Ore e rea­liz­zato da World­pay (mul­ti­na­zio­nale che si occupa di tec­no­lo­gie finan­zia­rie). Secondo l’indagine della com­pa­gnia lon­di­nese – scrive ancora Nòva – fra 4 anni si potrebbe con­fi­gu­rare uno sce­na­rio di que­sto tipo: i paga­menti attra­verso tec­no­lo­gia mobile wal­let copri­ranno 647 miliardi di dol­lari dei con­sumi, le tran­sa­zioni effet­tuale con carta di cre­dito un valore di 577 miliardi, 412 miliardi invece quelli tra­mite l’utilizzo del ban­co­mat e infine al con­tante spet­te­rebbe un valore delle tran­sa­zioni di “soli” 167 miliardi di dollari.

779 miliardi

Il tempo dei media digi­tali su mobile: Il tempo totale tra­scorso con­su­mando media digi­tali tra­mite appli­ca­zioni mobile, nel giu­gno scorso, ha rag­giunto i 779 miliardi di minuti, con­tro i quasi 551 miliardi da desk­top, eMar­ke­ter ha ripor­tato invece che gli utenti negli Stati Uniti hanno speso sulla app mobile di Face­book un tempo pari a 170 miliardi di minuti. Lo riporta Fran­ce­sco Mar­coni su Medium che parte (anche) da que­sti dati per riflet­tere in maniera inte­res­sante sull’emergere di una nuova ondata di edi­tori che non richie­dono home page o app “stan­ziali” ma che hanno come unico obiet­tivo è quello di distri­buire il con­te­nuto attra­verso diversi canali e piat­ta­forme sociali. L’articolo da leg­gere si inti­tola signi­fi­ca­ta­mene The Rise of “Home­less” Media.

[imma­gine via Flickr rea­liz­zata da Andrew e pub­bli­cato con licenza Crea­tive Com­mons]


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