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Nuova recensione Cineland - I due volti di gennaio (The Two Faces of January) di H. Amini

Creato il 22 ottobre 2014 da L'Immagine Allo Specchio
Nuova recensione Cineland - I due volti di gennaio (The Two Faces of January) di H. Amini
I due volti di gennaio (The Two Faces of January)  di Hossein Amini  con Viggo Mortensen, Oscar Isaac, Kirsten Dunst  Thriller, 96 min., USA, UK, Francia 2014  Atene, 1962. Rydal è un giovane americano che ha deciso di allontanarsi dalla sua famiglia d’origine per vivere ad Atene. Sbarca il lunario facendo la guida turistica e, senza troppe remore, truffa chi a lui si affida giocando sul cambio tra dollari e dracme. Un giorno il giovane si imbatte in una facoltosa coppia di turisti statunitensi: lei (Dunst) gli fa girare la testa, lui (Mortensen) gli ricorda suo padre. Farà loro da guida, poi verrà risucchiato in un vortice che rischierà di rovinargli la vita per sempre.  Dallo sceneggiatore di Drive (N.W. Refn, 2011), passato con questo film anche dietro alla macchina da presa, era lecito aspettarsi di più. L’ambientazione (Atene e le isole greche), la recitazione (misurata da parte di tutti gli attori) e la narrazione (la storia è tratta dall’omonimo romanzo di Patricia Highsmith) costituiscono sì una buona amalgama, ma tutta sbilanciata sul versante del classico. Per non rischiare Amini sceglie una regia attenta e trattenuta, fino quasi a tradire la paura di commettere passi falsi Ne esce un prodotto ben girato, ben recitato, ma troppo poco sincero: il fatto che la storia si sviluppi negli anni sessanta e non nella contemporaneità è già, per uno sceneggiatore, una dichiarazione di resa. Se poi si considerano il finale obsoleto, il triangolo amoroso che (ovviamente) porta guai e il rapporto padre/figlio che lega i due protagonisti, questo avvalora ancora di più la lettura di un’opera ingessata nel paradosso di un’artificiosità derivante dal fatto di non aver voluto introdurre alcun elemento di innovazione registica e/o contenutistica.  Prevedibile, patinato, sorpassato e senza quella raffinatezza e quella voglia di osare che hanno fatto grandi altri registi del genere (un nome su tutti, ma evito di farlo perché non c’è una recensione su quest’opera che non lo abbia chiamato in causa).  Voto: 2 ½ su 5  (Film visionato sabato 18 ottobre 2014)

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