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Nuova recensione Cineland. The Artist di M. Hazanavicious

Creato il 24 dicembre 2011 da L'Immagine Allo Specchio
Nuova recensione Cineland. The Artist di M. HazanaviciousThe Artist di Michel Hazanavicious con Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman Drammatico, 100 min., Francia, 2011
Italia-Francia 0-1. Ancora una volta la leggerezza e la maestria del cinema francese surclassano l’ampollosità e la monotonia del cinema italiano contemporaneo, e così il potente Harvey Weinstein ha preferito lanciare nella corsa agli Oscar questa perla di Hazanavicious invece di This Must Be The Place di Paolo Sorrentino, la cui uscita americana è stata ormai spostata a primavera.
E dire che, a detta di alcuni, le stesse caratteristiche di The Artist avrebbero potuto giocargli contro. Muto, in bianco e nero, ambientato negli anni Venti e con una storia in cui abbondano i tanto ripudiati “buoni valori”, nessuno si aspettava che potesse dimostrarsi un film così riuscito. Ma vediamo nel dettaglio i suoi punti di forza.
La ricostruzione storica e i protagonisti sono praticamente perfetti. Jean Dujardin possiede una bellezza d’altri tempi e occupa la scena come pochi: sempre sorridente e spalleggiato da un cagnolino con il quale vive in simbiosi, interpreta un divo del cinema muto che, dopo aver conosciuto la gloria, si scontra con il passaggio del cinema al sonoro cadendo progressivamente nel dimenticatoio. Chi non cade nel dimenticatoio è invece colei che diventerà la sua amata, una Bérénice Bejo che interpreta una donna decisa, emancipata, ma sempre aperta al sentimento.
A livello stilistico, invece, il bianco e nero, le didascalie, la gamma infinita dei grigi a seconda degli stati d’animo del protagonista e, ancora, a livello narrativo, le scene da melò, da love-story e da dramma sono una vera e propria dichiarazione d’amore per il cinema classico hollywoodiano, non solo quello dell’epoca del muto.
Infine, a livello citazionistico, ritroviamo capolavori come Quarto potere di Orson Wells (la scena della colazione, il magazzino coi mobili di George), Viale del tramonto di Billy Wilder (la parabola discendente della star, sempre accompagnata dal suo fedele autista), È nata una stella di William Wellman e Cantando sotto la pioggia di Stanley Donen.
Allegro, furbo, riuscito, The Artist è un’opera irresistibile (anche un po’ ruffiana dato che Hazanavicious attinge a piene mani dalla “tradizione” per un’operazione che tanto ricorda quella di Tarantino con i b-movies) che ha il merito di far conoscere il cinema e la sua storia a chi ancora non se n’era interessato.
Voto: 4/5
(Film visionato il 21 dicembre 2011)

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