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Nuova veste per il collegio dei Gesuiti di Catania

Creato il 28 dicembre 2013 da Makinsud

Catania_Chiostro_GesuitiIn questi giorni, l’edificio storico dei gesuiti di Catania, nonché ex istituto d’arte, si è posto al centro dei riflettori riguardo ai lavori di ristrutturazione dei quali, da anni, l’edificio necessita. Dopo quattro anni, in cui la struttura architettonica è rimasta chiusa, in quanto pericolante, è stata riaperta da un gruppo di ragazzi che l’hanno occupata.
L’intento del collettivo, è stato quello di adibire l’edificio a centro sociale, in attesa che le istituzioni, una volta richiamata la loro attenzione, intervengano per dare l’avvio ai lavori di ristrutturazione, il più presto possibile. L’urgenza dei numerosi interventi di cui ha bisogno l’edificio, è manifestata dal fatto che si tratta di una struttura di una certa rilevanza storica, artistica e culturale, in totale stato di abbandono, che nel corso di questi quattro anni ha lentamente portato al crollo di una parte del tetto.

Si tratta di un edificio architettonico che ha tanto da raccontare in quanto in passato, prima ancora di diventare istituto d’arte, è stato carcere, orfanotrofio, ospedale e istituto religioso. Tale importanza culturale è stata riconosciuta anche dal mondo del cinema che in varie occasioni ha scelto il collegio dei gesuiti come set cinematografico, prima per il film “Storia di una capinera” di Zeffirelli, tratto dall’omonima novella di Verga, e in seguito vi è stato girato il film “ I vicerè”, trasposizione cinematografica del romanzo di De Roberto. Da qualche giorno sembrerebbe che qualcosa si stia risvegliando per favorire il recupero di questa struttura, poiché i ragazzi che nelle scorse settimane hanno occupato l’ex istituto d’arte della città, sono stati fatti sgombrare per via degli imminenti e tanto sospirati lavori di ristrutturazione, che a breve avranno per oggetto l’edificio.

Tuttavia è emerso, dalla documentazione burocratica del caso, che questi attesi lavori riguardano la quarta ala del collegio dei gesuiti, che risulta essere di proprietà dell’Università di Catania. Ciò porta a pensare a un intervento limitato nei confronti dell’edificio storico, considerato uno dei più importanti beni artistici e culturali di tutto il Sud Italia, dato che questi lavori sono stati finanziati solo dall’Università, per salvaguardare quella parte di struttura di cui è proprietaria, mentre tutto il resto rischia ancora una volta di essere lasciato in stato di abbandono e di degrado.

Si tratta dell’ennesimo temporeggiamento verso il recupero di una struttura che è stata riconosciuta come bene culturale, o forse le vicende sui lavori di ristrutturazione che ruotano attorno all’ex istituto d’arte costituiscono un primo importante passo verso il recupero di questo bene artistico? Il dubbio rimane, ma la cosa certa è che questi lavori della quarta ala, finanziati dall’Università, possono richiamare l’attenzione sull’intero edificio e costituire un significativo esempio per incentivare e stimolare il suo totale recupero e per far si che un giorno la città possa finalmente goderne appieno.


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