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Nuovi esami sullo Starchild: è davvero un teschio alieno?

Creato il 09 gennaio 2013 da Extremamente @extremamentex

Ci sono importanti novità nello studio avviato ormai da anni allo scopo di stabilire la reale natura del cosiddetto “Starchild”, quel teschio di nove secoli fa e dall’aspetto assai insolito scoperto nel 1930 in Messico. A renderle note è Lloyd Pye, il ricercatore americano che sta sottoponendo quel cranio a tutti gli esami possibili nella convinzione che possa trattarsi, davvero, di un “Figlio delle Stelle”.

 

Nuovi esami sullo Starchild: è davvero un teschio alieno?

IL RICERCATORE LLOYD PYE CON IN MANO LO "STARCHILD"

In una lettera, Pye mi aggiorna sugli ultimi sviluppi. Dopo uno stallo dovuto ad una momentanea carenza di liquidità- ricordo che lo studioso è a capo di una fondazione, la Starchild Project,  creata appositamente per raccogliere i fondi necessari a completare tutti i test- ora la situazione è migliorata. Nuovi contributi offerti da generosi benefattori hanno rimpinguato le casse e dato un po’ di respiro.

E subito se ne sono visti i frutti. Il cranio, dalla forma anomala e dal DNA significativamente discordante da quello umano e a quanto sembra non riconducibile a nessun essere vivente sulla Terra, è stato oggetto di ulteriori analisi nel laboratorio Medical Modeling di Golden, in Colorado. Utilizzando il teschio di un uomo normale e quello di questo strano individuo sono stati prodotti i calchi dei cervelli che erano contenuti nelle due scatole craniche. Ecco cosa riferisce Pye:

“Quello umano mostra le anse e le pieghe consuete. Ma il calco dello Starchild non ne ha neppure una. La superficie del suo cervello è priva di creste, mentre si vedono chiaramente le tracce delle vene che lo solcavano- esattamente come si nota nel calco del cervello umano. Ciò significa che il suo cervello era completamente differente dal nostro. Presto posterò le due foto sul mio sito web e magari anche sull’eBook.”

Nuovi esami sullo Starchild: è davvero un teschio alieno?

A CONFRONTO, IL CRANIO DELLO "STARCHILD" E UNO UMANO

Ma non basta. La riproduzione di come doveva apparire la materia grigia di questa misteriosa creatura ha mostrato anche un’ altra singolarità. “Presenta la corteccia visiva notevolmente sviluppata nell’area occipitale”  scrive il ricercatore. “Uno specialista mi ha spiegato che se lo Starchild aveva gli occhi piatti (come io ritengo, dalle pupille enormi, tali da permettere una visuale a 180 gradi) avrebbe dovuto possedere una maggior capacità di elaborazione visiva rispetto a noi. E in effetti ha una corteccia molto più ampia della nostra!”


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