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O forse sei solo più simpatica

Creato il 08 dicembre 2011 da Andima
Ma aspetta un attimo Bruxelles che così finisci per confondermi, se quando arrivo alla fermata della metro tra il sonno che ancora oscilla sulle sopracciglia ed il rumore della ferraglia affollata che arriva da lontano, tu diffondi tra i corridoi sporchi della stazione quella canzone che lì non m'aspettavo, un Ancora Tu di Battisti che a tanti chilometri di casa quasi non riconoscevo e invece era lei, ancora lei, e come stai? domanda inutile, appunto; e non contenta il giorno dopo, alla solita fermata, ecco che la testa quasi inizia a ballare in quella piacevole sveglia mattutina che sembrava quasi irreale, tu Bruxelles che fai? Metti Mille bolle blu di Mina, lì, che volano e volano e volano, che qualcuno direbbe mal s'adattano a quell'intorno sotterraneo, al vagone intasato, gli odori viziati, e invece no, porta allegria improvvisa quando il riflesso del finestrino opaco ti regala un sorriso sincero. Di tutte le facce che nei tuoi vicoli germogli, sei anche italiana, Bruxelles, che non me l'aspettavo quasi 3 anni fa né potevo mai dedurre dalle parole del ragazzo americano, di tutte le città del nord Bruxelles è quella più a sud, diceva, anche se magari lui, il ragazzo americano, avrà visitato soltanto te, Bruxelles, e poco importa se c'è sempre chi arriva euforico e si aspetta d'incontrare la capitale d'Europa, poi finisce che lo sorprendi, magari un mattino nella metro, in una colonna sonora di un film di cui non ricordi il titolo perché forse non l'aveva, o c'è chi ti vorrebbe efficiente, ti vorrebbe efficace, ti vorrebbero perfetta e non vorrebbero te, sappilo, perché tu non sei. Ma poi ci penso meglio, Bruxelles, quando arrivo felice in ufficio e lancio in una smorfia che abbiamo un governo! il collega belga, quello del nord, mi spegne come una candela dove c'è già la luce elettrica, ma tu non sei belga, non dovresti dire "abbiamo", mi dice, forse irritato, è solo che dopo quasi tre anni qui con te, Bruxelles, non mi sento belga, no, ma se ti vivo e pago le tasse, se continuo e pago pure un mutuo, allora permettimi d'esser felice d'un governo, che sarà mai, anche se non l'ho votato, anche se non son belga e forse mai lo sarò, se solo sapessi cosa significhi, essere belga, se solo qualcuno me lo potesse spiegare e invece tu no, mi sussurri Battisti e Mina nella metro del sonno e le lancette frettolose, a ricordarmi radici che a volte ho pure bestemmiato, come si bestemmia il nome di un dio che non ha mantenuto le promesse sussurrate, come si odia un fratello maggiore dopo una sfuriata di schiaffi e grida. Solo che poi le ascolto, quelle canzoni inattese, chiudo gli occhi e per un attimo sto anche meglio, Bruxelles, tutto il resto scompare, stai come me e ci scappa da ridere, diceva lui.

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