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Obama o l'arte di calare le brache

Creato il 08 novembre 2012 da Dragor

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   Premetto che Obama mi è simpatico. Lo preferisco mille volte a quel bigotto mormone di Mitt Romney che crede alla paranoia beduina della Bibbia ed è bianco come un’aspirina. Ma questo non toglie che, come presidente, Obama sia un disastro. Nella politica interna tende a privilegiare l’assistenza pubblica con tutti i relativi vincoli rispetto al tradizionale liberismo americano, rallentando l'industria americana (e di conseguenza quella europea) rispetto alla concorrenza mondiale.

   Va un po’ meglio nei diritti civili, visto che difende l’aborto e il matrimonio gay. Ma nella politica internazionale si sobbarca tutti gli stupidi sensi di colpa dell’Occidente. Invece di reagire alle aggressioni, cerca il compromesso con gli aggressori. Ammette senza discutere le colpe che gli arabi attribuiscono all’Occidente per poterlo manovrare a piacere: il «colonialismo» su terre che fino a 100 anni erano governate (male) dai turchi, le frottole di Hamas su Israele che avrebbe «rubato» la terra ai palestinesi (che non l’hanno mai posseduta perché la Palestina non è mai stata una nazione e che l’hanno rifiutata anche quando si è cercato di tirargliela dietro, ritenendo più vantaggioso fare i rifugiati a vita con i soldi della UE, degli USA e degli emirati. Ma avete visto le gioiellerie di Gaza? Nemmeno in Place Vendôme…) Secondo Obama, Israele dovrebbe acconsentire a tutte le pretese dei bigotti di Hamas, ovvero autocancellarsi perché ai barbuti in sottana non va di avere uno Stato non musulmano ai loro confini. Cosi’ ha mandato a spasso il povero Mahmoud Abbas che gli ha chiesto aiuto contro Hamas per fondare uno Stato palestinese e la cosa sarà rimandata alle calende greche con grande soddisfazione di Hamas che si gode i milioni del Qatar.

   In Libia gli impalano l’ambasciatore (gli hanno infilato nel retto un palo che è uscito dalla bocca, più meno come si fa con la porchetta romana) e Obama prima cerca di nascondere la notizia, poi accusa dei generici "terroristi" mentre anche i cani sanno che sono gli islamici per vendicarsi delle caricature di Maometto. Ritarda il bombardamento della fabbrica di acqua pesante iraniana, cercando di accordarsi sottobanco con Ahmadinejad ed esponendo il mondo al pericolo di una bomba atomica in mano a bigotti sanguinari che vogliono distruggere chiunque non la pensi come loro. In Afghanistan anche i sassi hanno capito che la guerra è persa (ci hanno lasciato le corna i russi che notoriamente non guardano per il sottile, figuriamoci gli occidentali), ma Obama invia altri soldati a farsi ammazzare. Forse lo fa apposta perché sa di non poter vincere. Una vittoria sarebbe politicamente scorretta.

   L'appeasement, ovvero l’idea che sbracandosi di fronte ai violenti si ottenga la pace, è tipico dei loser. Neville Chamberlain lo ha praticato non opponendosi alla resistibile ascesa di Hitler (il riarmo, l'Anschluss, la presa della Cecoslovacchia) che ha portato alla Seconda Guerra Mondiale. Obama sta cercando di fare lo stesso con l’islam, il nazismo del XXI secolo, piegandosi davanti ai dittatori e pronando l’acquiescenza alle pretese islamiche. Il vero pericolo non viene dai terroristi di Al Quaeda ma dai nipotini di Hitler che trasformano in feroci dittature teocratiche i loro Stati, sopprimendo le libertà più elementari e cercando di esportare la legge islamica nel resto del mondo: Morsi in Egitto, Gannouchi in Tunisia, Erdogan in Turchia, el Megaryef in Libia, Mechaal a Gaza, Zardari in Pakistan, Yudhoyono in Indonesia, presto la dittatura islamica in Siria. E con loro che ci vorrebbe un Thomas Jefferson. Certamente non un Obama.

Dragor


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