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Obama ricorda Martin Luther King

Creato il 31 agosto 2013 da Rodolfo Monacelli @CorrettaInforma

L’attacco alla Siria si fa sempre più concreto secondo le dichiarazioni del presidente Barack Obama, impegnato nel frattempo a celebrare il cinquantesimo anniversario del discorso di Martin Luther King. Un sogno che si spezza?

Obama Obama ricorda Martin Luther King

Dobbiamo sempre condurre la nostra lotta su un piano elevato di dignità e disciplina. Non dobbiamo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica” Il sogno di un mondo migliore, privo di discriminazioni e colmo di speranza: su questi presupposti si basava il famosissimo discorso di Martin Luther King, di cui si è celebrato il cinquantesimo anniversario il 28 agosto. Parole che ha prontamente rievocato il sempre sorridente Barack Obama, in piena antitesi con le sue dichiarazioni a proposito dell’intervento in Siria.

Intervento limitato, si è affrettato a puntualizzare il presidente Obama, un’eventuale azione militare il cui scopo sarebbe solo quello di impedire ulteriori attacchi. Certo, ma dell’ottimismo di Martin Luther King qua non resta neppure la minima traccia. Dall’altra parte, il presidente siriano Bashar al Assad rivendica le ragioni dei propri crimini e si mostra positivo sulle sorti del conflitto, pronto a difendere il paese dall’aggressione statunitense.

Che dire dell’Italia invece? Il Bel Paese non poteva che porsi su posizioni assai ambigue. L’opinione pubblica è pressoché contraria alla partecipazione, anche se il ministro della Difesa Mario Mauro è pronto a ricordare l’alleanza con gli USA. In ogni caso, il governo ha ribadito la non belligeranza, anche se le conseguenze della guerra siriana si ripercuoteranno sulla penisola attraverso continui sbarchi di profughi. Siamo ad un punto cruciale della situazione mondiale e dire che in Siria stia accadendo una semplice guerra civile sarebbe quanto mai limitativo. Il rischio che si corre è quello di allargare il conflitto a dimensioni sempre più grandi, “un gioco pericolosissimo” come lo definisce lo stesso Mario Mauro, ma il problema più grande per la stragrande maggioranza degli italiani sembra essere ancora una volta la fantomatica Imu.

Ce l’abbiamo fatta ad eliminarla!” gridano i falchi del Pdl. Bene, e adesso? Come si è espresso persino Michele Serra nella sua “amaca”, l’abolizione di una tassa come quella dell’Imu non può che provocare effetti negativi sulle finanze degli enti locali, facendo sprofondare sempre più in basso i già mediocri servizi sociali. Ma per il partito del Cavaliere questa è una vittoria di portata storica, il trofeo ostentato come l’apoteosi di una lunga battaglia dallo stesso Brunetta. Peccato che si tratti soltanto di un escamotage fine a se stesso, la strategia con cui un partito apparentemente morto si era riguadagnato gran parte degli elettori sfruttando l’insofferenza per il governo Monti.

Già perché l’abolizione dell’Imu libererà finalmente il paese dalla crisi, così come tutti i soldi restituiti dal Movimento Cinque Stelle risaneranno l’economia stagnante, ripulendola dalla corruzione: tutti gesti di pura immagine, che nella sostanza non servono a cambiare niente. Certo, l’idea del Restitution Day è di gran lunga più ammirabile di quella del Cavaliere, ma, oltre a questo, cosa hanno realizzato di concreto i grillini? Il problema italiano è più profondo. Servono più riforme effettive, provvedimenti materiali e sentenze rispettate.

Nel frattempo si spera che il problema Siria si risolva al più presto, anche se la situazione si fa sempre più nera.. Avventurismo? Fanatismo? Imperialismo? Iran come secondo fine?? Le teorie sono tante, ma ancor più numerose sono le vite che si perdono ogni giorno a causa della guerraMartin Luther King aveva ragione nel condurre la sua lotta su un piano diplomatico, solo con il dialogo si potrebbe porre fine ad un conflitto di simili dimensioni e, udite udite, lo dice pure Papa Francesco, fra una telefonata e un’altra! Cosa rimane adesso del sogno americano di Obama? Solo il tempo ce lo potrà dire.


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