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Occhio bionico, futura speranza per i non vedenti

Creato il 04 aprile 2011 da Zonwu
Occhio bionico cecità
La retinite pigmentosa è una malattia dell'occhio che causa una progressiva riduzione della vista. Porta gradualmente alla cecità, ed è una patologia invalidante anche prima che sopraggiunga la cecità totale, specialmente quando si raggiunge lo stadio di completa cecità notturna.
Non esistono trattamenti per la retinite pigmentosa, ma solo metodi per rallentare la progressione della malattia. La vitamina A, per esempio, può rallentare la cecità anche di 10 anni, e in futuro potrebbero essere creati trattamenti in grado di interrompere o addirittura curare la malattia, ma ad oggi non c'è nulla che possa fermarla.
"Se si perde la vista, si perde praticamente qualunque cosa" dice Elias Konstantopoulos, elettricista greco che ha iniziato a perdere la vista all'età di 43 anni e che ora, a oltre 70 anni, sta partecipando alla sperimentazione di una tecnologia all'avanguardia che potrebbe essere in grado di restituirgli la vista.
Nel 2009 Konstantopoulos è diventato parte di un progetto triennale finanziato dalla Second Sight, compagnia californiana che si occupa di realizzare tecnologie per non vedenti.
I ricercatori della Second Sight hanno creato un sistema di visione, chiamato Argus II, che tramite elettrodi impiantati negli occhi del paziente, e una telecamera wireless montata su un paio di occhiali, è in grado di restituire a Konstantopoulos un parziale senso della vista.
"Senza il sistema, non potrei vedere nulla. Con il sistema, ho qualche speranza. C'è sostanza in questo progetto" dice Konstantopoulos, che grazie ad Argus II è in grado di distinguere oggetti colorati su sfondi scuri, orientarsi in una stanza osservando la posizione di porte e finestre, e di vedere vagamente la sagoma di un'automobile che passa sotto la finestra della sua casa.
Occhio bionico cecità
Konstantopoulos sta gradualmente imparando ad interpretare correttamente i segnali luminosi che Argus II gli invia al cervello. Un giorno alla settimana si allena a riconoscere forme e colori di oggetti comuni, ed è già in grado di utilizzare la sua sega da tavolo in completa autonomia.
La tecnologia è per certi versi simile a quella degli impianti cocleari che hanno consentito a centinaia di migliaia di persone di riacquistare l'udito. Gli impianti cocleari basano il loro funzionamento su un microfono che converte le onde sonore in segnali elettrici, successivamente inviati all'impianto installato all'interno dell'orecchio del paziente.
Argus II funziona secondo lo stesso principio: la videocamera sugli occhiali cattura le immagini e le converte in segnali elettrici che saranno inviati al nervo ottico.
"E' ancora un livello molto rudimentale di visione, ma è l'inizio di un miglioramento" dice Gislin Dagnelie, oftalmologo della Johns Hopkins University. "Fondamentalmente dobbiamo imparare a parlare con la retina".
Si è passati infatti da una prima versione, Argus I, dotata di 16 elettrodi connessi al nervo ottico, ad un impianto munito di 60 elettrodi. L'intervento chirurgico è anche stato reso più semplice rispetto al modello precedente. "L'intervento è molto meno lungo, e richiede solo uno specialista (contro i tre di Argus I)" dice Brian Mech, vicepresidente della Second Sight.
L'intervento di chirurgia per il posizionamento dell'impianto dura tre ore, e non provoca alcun dolore post-operatorio. Attualmente Argus II è stato installato su 15 pazienti negli Stati Uniti e 16 in Europa a scopo sperimentale, ad un costo di cicrca 100.000 dollari. "Speriamo che in 10-15 anni avremo qualcosa di clinicamente utile" sostiene Dagnelie.
'Bionic eye' implant offers hope to the blind

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