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Oculus: la recensione dell’Horror di Mike Flanagan

Creato il 14 aprile 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

14 aprile 2014 • Recensioni Film, Vetrina Cinema •

Il giudizio di Mara Telandro

Summary:

Quando un grave lutto colpisce le persone, ci sono diversi modi in cui queste possono reagire: per Tim la via giusta è stata quella di rimuovere quello che non era “reale” ed andare avanti, ma per Kaylie il ricordo è ancora fin troppo vivido… Mike Flanagan (Absentia) presenta sul grande schermo il lungometraggio tratto dal suo corto originale Oculus che aveva incantato la critica. Ambientato in un’unica stanza bianca, con un solo personaggio e un budget di soli 2.000 dollari, il corto di Flanagan era stato acclamato in tutto il circuito mondiale dei festival horror, confermandolo sceneggiatore e regista di livello, in grado di dar origine ad un tipo di horror scarno e tetro, ma sapientemente efficace.

Flanagan rimane quindi sia sceneggiatore che regista del lungometraggio, creando tutto quello che il corto era riuscito solo ad accennare: la sua è una lenta, ma inesorabile discesa nelle tenebre e il caos. Il regista continua a farci oscillare tra una realtà presente (non poi meno spaventosa) e un terribile passato, grazie ai ricorrenti e mai banali flashback.

La storia della famiglia Russell è terrificante, assurda e straziante, soprattutto perché i due piccoli protagonisti sono riusciti a sopravvivere, ma ne sono stati inevitabilmente segnati per sempre. Oculus risulta inquietante al punto giusto e difficile da prevedere fino in fondo con il suo continuo vagare nello spazio quantum temporale nonché tra realtà e illusione. L’atmosfera c’è, così come la storia, mentre l’unica pecca risiede forse nei personaggi adulti di Tim e Kaylie, fin troppo smaniosi di ritrovarsi in una situazione dannatamente pericolosa.

Nonostante questa forzatura necessaria ai film horror, Flanagan denota davvero un controllo assoluto sul film e sui suoi personaggi: “Mike è un narratore di estremo talento, crea personaggi veri, che catturano l’interesse, cosa che non succede spesso in questo genere. I suoi personaggi in Oculus non sono stereotipi che vengono buttati nella sceneggiatura per poi essere brutalmente uccisi all’occorrenza”. Così racconta Anil Kurian, uno dei produttori di questo film indipendente insieme a Trevor Macy e Marc Evans che aggiungono: “Uno degli aspetti migliori del lavoro con Flanagan, dal momento che è sia regista che sceneggiatore, è che ha una visione più profonda e un’idea più chiara di come la storia debba procedere, del perché gli attori dicono le cose che dicono e di come l’azione dovrebbe svilupparsi. Ha insomma il pieno controllo sulla continuità narrativa, aspetto davvero cruciale per Oculus.”

Gallery Oculus

A proposito di attori, il cast di Oculus vanta grandi nomi e anche divertenti aneddoti: Flanagan è infatti un fanatico di fantascienza e per i ruoli femminili si è ritrovato a scegliere Karen Gillian (Doctor Who) per il ruolo di Kaylie e Katee Sackhoff (Battlestar Galactica) per il ruolo della madre Marie. Quando Mike le ha incontrate si è presentato con tanto di maglietta brandizzata e tazza di Doctor Who: non è stato difficile convincerle!

Il fratello di Kaylie, Tim, è invece interpretato dal tenebroso e affascinante Brenton Thwaites, all’epoca al suo debutto; il padre Alan Russel è Rory Cochrane (CSI MIAMI) che sigla un’ottima interpretazione. Esiste però un altro grande protagonista di Oculus: lo specchio malefico. E’ stata una grande sfida per i filmaker lavorare con uno specchio così grande, soprattutto per riuscire ad evitare riflessi indesiderati durante le riprese. Lo specchio è stato realizzato e invecchiato appositamente per il film, partendo dall’originale del corto e poi sviluppandolo con disegnatori ed artigiani. Realizzato per lo più in acciaio e vetroresina, lo specchio stregato pesa circa 45 chili ed è sostenuto da un sistema di sospensioni in grado di inclinarlo in ogni direzione. Nonostante tutto questo, la troupe è riuscita ad evitare di accumulare anni e anni di sfortuna: lo specchio, infatti, insieme ai suoi sosia, è rimasto intatto fino alla conclusione delle riprese.

Nessuna maledizione quindi per il cast e la troupe, ma alla famiglia Russel non è purtroppo riservata la stessa fortuna, costretta al suo destino di comprare lo specchio maledetto. Oculus aspetta anche voi: non vi resta che scoprire cosa succederà se guardate lo specchio da troppo vicino…

Oculus: dal 10 aprile al cinema.

A cura di Mara Telandro per Oggialcinema.net

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