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Odio - sinfonia n. 4 (le persone)

Da Hombre @LaLineadHombre
Odio - sinfonia n. 4 (le persone)Ho sempre odiato poco, e male.
Ho odiato dentro e invece. Invece merita esternare, non è normale e non è sano sempre smussare o tollerare oltre i limiti umani o preferire le silenti implosioni.
Invece ho amato, tanto, non solo persone anche altro, ho amato percorrendo una strada senza dossi rallentatori.
Sì, me la son cavata meglio con l'amore, con l'odio non sono andato bene. Se fosse stata materia di studio sarei andato di certo a settembre, in odio.
Odio cose, gesti, situazioni ma necessariamente odio anche persone o, meglio, tipologie, classi di persone.
Così odio i mangiatori di patatine al cinema, e con loro chi gliele vende o chi gli permette di portarsele in sala.
Odio coloro che dimorano davanti al bancomat, si piazzano lì e pare che fanno fare l'ammmore alla loro cartina con la bocchetta. Metti e leva leva e metti, e poi stampa il riepilogo ultimi movimenti, dopo un passo per andare ma niente, tornano indietro e rimbucano, allora prelevano poi stampano il saldo e poi di nuovo tutto daccapo. Ho visto le loro donne arrivare a metà pomeriggio con il cestino della merenda.
Odio quelli che quando apre la cassa quattro si precipitano a pigliare la posizione al nastro, pure se stanno in coda in ottava posizione alla cassa numero due, e si sentono in pieno diritto per farlo. Per questi ci vorrebbe la gambizzazione.
Odio quelli che t'interrompono e che asfaltano i tuoi discorsi inascoltabili con le loro mirabili gesta. T'è morta la nonna? Non hai scampo perché a loro è sicuramente morto il nonno, il bisnonno, un cugino di primo grado, il figlio militare e il fottuto pesce rosso vinto al lunapark dalle bambine.
Odio chi semina cattiverie gratuite, chi infierisce sui deboli sapendo di essere forte, chi spara sugli assenti.
Odio anche quelli che svengono in vista della cassa del bar, tirano il freno a mano, controllano lo smartcoso, salutano un tizio, si voltano nella speranza di trovare un tizio da salutare, si fanno salutare da un tizio, e mai una volta offrire. O tentare di farlo, con dignità. Per questi la flagellazione.
E odio gli impiccioni, quelli che ti frugano nei cassetti, quelli che ti sbirciano il telefono, quelli che cercano tra i tuoi fogli, quelli che leggono la tua agenda. Questi li odio anche se sono malati.

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