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Oggi al Cinema intervista Luca Argentero

Creato il 21 giugno 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Oggi al Cinema intervista Luca Argentero

Grande protagonista di quest’ultima stagione cinematografica con Il cecchino, E la chiamano estate, Bianca come il latte, rossa come il sangue, Luca Argentero torna oggi sul grande schermo con Cha Cha Cha. Il film è l’ultima fatica del regista Marco Risi che vede protagonisti oltre a Luca Argentero, Eva Herzigova, Claudio Amendola e Pippo del Bono. Dopo numerose commedie e la parentesi del Il Cecchino, arriva così per Luca Argentero l’occasione di un ruolo da protagonista in un film noir. Argentero si conferma qui come uno dei migliori attori emergenti del panorama italiano.
Oggi al Cinema lo ha intervistato per voi.

Il tuo personaggio nel film, l’investigatore Corso, è stato definito come un eroe dei tempi moderni perché come dice lui, “non ha prezzo.” Cos’è che lo rende un eroe?
E’ un eroe perché, come hai detto tu, non ha prezzo mentre oggi è molto facile avere un prezzo e scendere a dei compromessi mentre è difficile avere degli ideali, una linea da seguire, avere delle idee e difenderle. In questo senso lui è un eroe perché quello che fa e come si comporta non è del nostro tempo. Ha una sua idea di legge e cerca di farla rispettare nonostante oggi far rispettare una legge sembra così difficile. Solo in Italia esiste “fatta una legge, trova l’inganno”, non mi sembra sia lo stesso in altri paesi del mondo. Dunque Corso lavora con la legge e per la legge, essendo un ex-poliziotto che, anche se nel film non lo diciamo, ha lasciato la polizia dopo aver denuciato i suoi colleghi. Corso ha un modo tutto suo di vedere il mondo che è univoco e non accetta compromessi. E’ un eroe nella sua costante ricerca della verità che poi si risolve nelle indagini per un caso di omicidio.

Come è stato per te vestirne i panni?
E’ stato molto bello per me non soltanto per il valore del personaggio ma per l’iter del progetto. Marco Risi alla regia ed un film di genere, un poliziesco, è un’occasione che non capita tante volte nella vita e quindi è stata una bellissima esperienza.

Come ti sei preparato in termini tecnici per interpretare questo ruolo?
La sceneggiatura è molto ben scritta e quando questo accade non ci sono molte cose da inventare. L’unica cosa che c’era da inventare era il passato del mio personaggio che più che altro va immaginato. Mi riferisco al suo passato da poliziotto e alla sua storia d’amore con Michelle (Eva Herzigova) che non vengono raccontate nel film ma che possiamo dedurre. Le altre cose sulle quali ho dovuto lavorare a livello tecnico sono state il bellissimo rapporto con un cagnolino a tre zampe con il quale ho dovuto lavorare un paio di settimane e un paio di scene con importanti scontri fisici. Inoltre ci siamo concentrati sul look del personaggio e sull’impatto visivo quindi sul make-up e sui costumi. E’ stato un percorso di preparazione normale perché come ti ripeto, quando le sceneggiature sono ben scritte, la preparazione è più semplice.

Quali sono stati, se ci sono stati, i tuoi modelli di riferimento?
Più che modelli miei sono stati i modelli di Marco. Ci sono stati dei film che mi ha fatto rivedere e dei libri che mi ha fatto rileggere. E’ ovvio che ci sono dei rimandi immediati a Chinatown di Roman Polanski e Il lungo addio di Altman come anche a gli eroi di Raymond Chandler, Marlowe. I punti di riferimento chiaramente sono quelli.

Qual è stato il rapporto sul set con gli altri attori Eva Herzigova, Claudio Amendola e Pippo del Bono?
Immagino che voi giornalisti vi sentite ripetere sempre le stesse cose della serie “è andato tutto bene, erano tutti meravigliosi e si respirava un’aria meravigliosa…” però se così succede è difficile dire il contrario. Eva Herzigova è sicuramente una sorpresa perché è un nome altisonante ma non aveva mai avuto un impegno del genere, un personaggio difficile da interpretare. Devo dire che oltre ad essere una persona gradevole, è arrivata preparata, concentrata, seria e ha avuto un approccio professionale. Il suo ruolo era veramente complesso ed è stata brava ad affrontare nel modo giusto il progetto. Claudio Amendola è tornato a lavorare con Marco Risi dopo molti anni e lo vediamo qui in una veste un pochino diversa rispetto a quella degli ultimi anni. Ci siamo abituati a vederlo in una contesto più familiare, più popolare mentre qui interpreta un poliziotto duro, cattivo. Secondo me Claudio dà l’idea di solidità, è un uomo fisicamente molto piazzato ed è lo stesso nel modo in cui recita. E’ una persona molto solida, molto sicura. Per quanto riguarda Pippo Del Bono è una persona ed un artista interessante, in Europa è molto più conosciuto che in Italia. Il suo personaggio ha una storia particolare da raccontare, interpreta un cattivo assoluto e i suoi occhi pazzi sono veramente emblematici del suo personaggio.

Come è stato invece il rapporto con il regista Marco Risi, avresti voluto lavorarci in precedenza?
Magari mi avesse chiamato prima! E’ un grande maestro, è una persona molto elegante, intelligente, simpatica. E’ una bella persona con cui stare insieme anche fuori dal lavoro. Non è piacevole soltanto sul set forse ancora di più fuori. E’ stato un bell’incontro umano oltre che professionale.

Il cinema italiano non è riuscito negli ultimi anni ad imporsi nel genere noir, quali sono le caratteristiche che rendono Cha Cha Cha un film riuscito?
Nel corso di quest’anno secondo me non è poi così vero. Quest’anno sono usciti due film di genere come La Migliore Offerta di Tornatore che comunque è un giallo piuttosto che Educazione Siberiana di Salvatores. In realtà il cinema esplora tutti i generi. Questo è un vero poliziesco e l’idea di rimanere fedele ad un genere lo rende un film molto meritevole. E’ un film molto coerente e molto interessante indipendentemente dal fatto che si possa amare il genere o meno. E’ divertente non perché si ride ma perché coinvolge lo spettatore fin dall’inzio nella ricerca dell’assassino. A me per primo come appassionato di film in generale mi diverte l’idea di appassionarmi alle vicende di un protagonista. Questo è un film in cui questo meccanismo funziona.

Come è stato per te passare dalla commedia a Il Cecchino e poi ancora a Cha Cha Cha?
E’ la cosa migliore che ti possa succedere. Un attore spera sempre di passare da un genere all’altro. Questa è una cosa che ci si augura sempre piuttosto che ancorarsi ad un solo genere, fare commedie e basta. Quindi spero che il mio percorso possa continuare in questa direzione.

Come potresti descrivere con un aggettivo il tuo percorso da attore dagli inizi con Saturno Contro fino a Cha Cha Cha?
Fortunato e nient’altro. Ho letto circa la tua delusione per la censura della foto del tuo nudo nel film sui social.

Che rapporto hai con il web e qual è il motivo secondo te di questa censura, se così possiamo chiamarla?
Il mio rapporto con il web è ottimo. Non ci sono rimasto male anzi mi ha fatto sorridere perché è una foto tutt’altro che censurabile. Mi ha fatto sorridere l’idea che questo succedesse per una foto di scena di un film d’autore dove il soggetto ero io. Sui social veramente si vede di tutto e di più quindi quando ho visto che mi hanno scritto che avevo violato i codici comportamentali mi son fatto una risata.

Puoi darci qualche anticipazione sui tuoi progetti futuri per il cinema e la televisione?
In realtà solo per il cinema. Tanto per ritornare al discorso di prima, ho appena finito di girare una commedia, il nuovo film di Luca Miniero con Rocco Papaleo e Paola Cortellesi. Il titolo è provvisorio quindi non posso svelarlo. Uscirà per Natale.

Hai qualche sogno nel cassetto, qualche regista con il quale le piacerebbe lavorare?
Meglio di così non saprei cosa augurarmi!

di Rosa Maiuccaro

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