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Oggi l’anniversario della nascita del grande Alberto Sordi

Creato il 15 giugno 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Alberto Sordi (Roma, 15 giugno 1920 – Roma, 24 febbraio 2003) è stato un attore cinematografico, regista, sceneggiatore doppiatore italiano.

Importante interprete della storia del cinema italiano, con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni fu uno dei “mostri” della commedia all’italiana, nonché, insieme ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani, rappresentante della romanità. Si è cimentato anche in ruoli drammatici dove ha dato prova della sua versatilità di attore.

A partire dal toccante capolavoro La grande guerra (1959) diretto da Mario Monicelli nel quale era un soldato pelandrone e imboscato costretto suo malgrado a morire da eroe, dimostra un talento straordinario nel calarsi psicologicamente anche in personaggi drammatici quando non apertamente grotteschi, dagli anni sessanta in poi.

Basti citare il sottotenente Innocenzi di Tutti a casa (1960) di Luigi Comencini, il vigile inflessibile costretto a genuflettersi davanti al potente di turno ne Il vigile (1960) di Luigi Zampa, il giornalista Silvio Magnozzi di Una vita difficile (1961) di Dino Risi, l’industriale fallito disposto a vendere un occhio per riassestare le sue finanze e accontentare una moglie sin troppo esigente ne Il boom (1963) di Vittorio De Sica, il medico della mutua disposto a qualsiasi compromesso per diventare primario in una clinica di lusso nel dittico Il medico della mutua (1968) di Luigi Zampa e Il Prof. Dott. Guido Tersilli, primario della clinica Villa Celeste, convenzionata con le mutue (1969) di Luciano Salce, l’editore partito alla ricerca del cognato disperso in Africa in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? (1968) di Ettore Scola, il marito innamorato pazzo della propria moglie di Amore mio aiutami (1969) insieme con Monica Vitti, il geometra incarcerato senza motivo mentre si trova in vacanza di Detenuto in attesa di giudizio (1971) di Nanni Loy (per questo ruolo si aggiudicò nel 1972 l’Orso d’argento al Festival di Berlino) il baraccato che una volta all’anno insieme alla moglie (Silvana Mangano) organizza interminabili partite a carte nella villa lussuosa di una ricca e bizzarra signora con segretario ed ex amante al seguito (gli ottimi Bette Davis e Joseph Cotten) in Lo scopone scientifico (1972) di Luigi Comencini, il venditore d’armi di Finché c’è guerra c’è speranza diretto da lui stesso, fino al drammatico ruolo che recita in Un borghese piccolo piccolo (1977) di Mario Monicelli, che rappresenta il suo apice. Con Monicelli recitò nuovamente nel doppio, beffardo e amaro ruolo sostenuto ne Il marchese del Grillo (1981).

Affrontò anche libere trasposizioni di Molière (Il malato immaginario del 1979 e L’avaro del 1990, entrambi diretti da Tonino Cervi) e Romanzo di un giovane povero (1995) di Ettore Scola, il quale, nel 2003, dopo la sua morte, gli dedicherà il film Gente di Roma. Detentore di ben cinque Nastri d’Argento, di sette David di Donatello e altri numerosissimi premi minori, ottiene nel 1995 il prestigioso Leone d’Oro alla carriera al Festival di Venezia.

Nel 1969 è stato membro del VI Festival Cinematografico Internazionale di Mosca.



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