Magazine Cucina

Oggi parliamo con… Federico Provenzani

Da Gialloecucina

Intervista a cura di Alessandro Noseda

 

Quando e come è nata la passione per la lettura? E l’esigenza di scrivere?

Ho una memoria pessima. Potrei dire che… sì, l’interesse per la lettura era già in me fin dalla prima infanzia, ma sbocciò solo nella mia fase di pre-adolescenza. Per quanto riguarda la scrittura, comincia a buttare giù i primi raccontini fantascientifici quando avevo circa 8 anni.

E la musica di sottofondo?

Non la utilizzo mai: mi distrae.

Il Tuo libro, com’è nata l’idea e perché?

L’idea nacque dall’immagine di una tela di ragno gigantesca, talmente grande da occupare l’intera struttura metallica di un palazzo in rifacimento. Poi si evolse in modo del tutto inaspettato, alla ricerca di raggiungere un traguardo piuttosto paradossale: scrivere un “giallo non giallo”. Scrissi “La tela del ragno” per inviarla a un gruppo piuttosto celebre che promette di pubblicare libri in modo del tutto gratuito, quando in realtà non è affatto così. Per fortuna ponderai a lungo e non lo inviai.

Rubi alla realtà o i tuoi personaggi sono totalmente frutto di fantasia?

E’ molto difficile non rubare dalla realtà. In genere, i miei personaggi contengono almeno una piccola percentuale di essa.

Dove/come ambienti i racconti?

In scorci immensamente brevi dell’esistenza dei protagonisti. Come spiare dal buco di una serratura.

Quali sono state le maggiori difficoltà nella stesura della prima bozza? E nel seguito?

Nessuna difficoltà nella bozza, ma piuttosto nella fase di editing.

Segui una scaletta o ti lasci guidare dalla storia?

Sono schiavo della storia.

Cosa ci puoi raccontare della tua esperienza editoriale e del rapporto con Editor e Editore?

Ero piuttosto restio all’esperienza di editing, come molti esordienti. L’editore invece mi ha accostato al processo e ora credo (e spero) di averlo fatto mio.

Come lettore, sei fermo alla carta o ami anche gli eBook?

Non riesco in alcun modo a leggere sullo schermo: mi fanno male gli occhi e non “sento” quel che leggo.

Un buon consiglio a chi ha la sua storia nel cassetto e non ha ancora trovato chi gliela pubblichi?

MAI affidarsi a certi gruppi dai nomi altisonanti che promettono cose impossibili.

Che tipo di lettore sei? Ci Sono autori ai quali ti ispiri e che rappresentano per te un benchmark?

Sono un lettore affatto onnivoro, anche se mi lascio molto trasportare dal “mood del momento”. Se in un determinato periodo leggo un certo autore per varie ragioni, mi focalizzo su quello. Gli autori a cui mi sono ispirato… be’, in principio ero pazzo per Wilbur Smith e Stephen King, poi l’asticella si è “leggermente” alzata e sono passato a Dickens, Lovecraft, Poe e in modo più preponderante rispetto a tutti gli altri P.K.Dick. Avrei voluto solo conoscere quest’ultimo prima, ma a quanto pare già lo “sentivo mio”.

Hai altri progetti letterari in cantiere?

Nessun progetto ufficiale, poiché voglio raffrontarmi con questa mini-avventura e vedere quali frutti posso coglierne. Mi baserò sui commenti che riceverò. Per quanto riguarda il non ufficiale, sono in un periodo molto prolifico.

Una domanda che non t’hanno mai fatto e alla quale, invece, vorresti rispondere? 

Mi hanno chiesto poche volte “Perché scrivi”. Le persone che mi circondano o non conoscono questo mio lato, oppure non credono affatto in me. Senza vie di mezzo. Io risponderei a tono “E perché tu respiri?”

Lasciaci con una ricetta e/o una citazione.

Ricette? Io e i fornelli siamo agli antipodi. La mia citazione è tratta da un mio romanzo. “Se hai un solo proiettile in canna, non sprecarlo”.



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