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Oggi parliamo con… Patrizia Debicke

Da Gialloecucina

INTERVISTA DI ALESSANDRO REALI A PATRIZIA DEBICKE PER GIALLO E CUCINA

 

  • Come ti è venuta l’idea di coniugare il giallo con l’ambientazione storica del XVI secolo, epoca in cui hai ambientato il tuo ultimo libro?

 

Questo è il mio quarto romanzo ambientato nel XVI secolo, un secolo che amo e che credo di conoscere bene. Certo è che ho cominciato scrivendo del 1598 e man mano sono andata a marcia indietro come i gamberi arrivando con il mio, per ora, ultimo libro La Sentinella del papa fino al 1506.

Perché giallo + storia? Potrei dire perché così il mistero è più profondo e insondabile. La soluzione dipende dall’acutezza umana dell’indagine e non dalle macchine e dalla scienza. E comunque è una valida ricetta che si avvale per forza di tanta avventura e ambientazione, cosa che l’avvicina anche al noir, per la denuncia sociale che affiora sempre tra le pagine. Forse proprio per questo scrivo soprattutto gialli storici piuttosto che non gialli tout court, ma non rinnego all’attualità e cito , a testimone, di recente Il ritratto scomparso e i diversi miei racconti pubblicati in antologie ecc.

 

  • Che rapporto hai con i tuoi personaggi di fantasia e con quelli storici?

Di grande amicizia e mentre ne scrivo quasi di simbiosi. Per i veri mi circondo addirittura di ritratti, per quelli di fantasia gli regalo volto e personalità.

  • Come e quando è nata la tua passione per la scrittura?

Ho sempre scritto, anche alle superiori collaboravo con il giornale della scuola, e soprattutto ho sempre letto moltissimo. Poi, dopo tanti anni di lavoro come relatore di ricerche di mercato, per colpa di una brutta ernia del disco ho ripescato qualche idea dal cassetto della memoria e…

 

  • Sono cambiati, nel corso degli anni, i tuoi gusti come lettrice?

No! Resto sempre “curiosamente” onnivora. Il gusto della ricerca e della scoperta non si perde mai.

 

  • Quali sono i tuoi autori preferiti? E qual è il libro che consiglieresti a tutti di leggere?

Mi piacciono i classici e i libri di avventura, i buoni gialli, le grandi opere teatrali, le biografie, non trascuro i saggi se parlano di argomenti che mi interessano. E quindi non mi lancio in un’infinita enumerazione.

Consiglio a tutti di leggere: L’Iliade, La guerra e la pace, James Bond, Il gattopardo, Il piccolo principe, Quel pasticciaccio di via Merulana, eccetera,eccetera e naturalmente se vogliono i miei libri.

 

  • Ti ritieni più un’autrice concettuale o emozionale?

Credo e spero di essere tutte e due le cose. Concettuale per quanto riguarda l’attenta costruzione del testo, emozionale nel descrivere fatti e personaggi.

 

  • Trovi una relazione tra cucina e letteratura?

Altroché, ENORME. Non ho scritto libro senza parlare di cucina (leggere per credere). E ho scritto anche un libro/gioco di cucina che si chiama Il gioco dei menù. I miei personaggi mangiano tutti. La cucina ha e DEVE avere grande parte nella letteratura perché rappresenta la quotidianità, ma anche uno dei grandi piaceri della vita. Se la si dimentica si perde di vista la realtà.

 

  • Qual è il tuo piatto preferito?

Forse il sufflè di taglierini, perché mi ricorda i miei diciotto anni. Facilissimo da fare e ottimo da mangiare. Ma anche il pasticcio di maccheroni…

 

  • In che epoca storica ti piacerebbe ambientare il tuo prossimo romanzo?

Beh ne ho in lista d’attesa uno ambientato nel 1507, uno nel 1420 e uno nel 1718… Ah, dimenticavo anche uno nel 1537.

Magari cominciare con il primo del XVI secolo poi, e perché no mai dire mai, continuare con gli altri.

 

  • Qual è la domanda che mai nessuno ti ha fatto e a cui vorresti rispondere? Hai l’opportunità di farlo ora …

Eccola a te: Cosa ti regala lo scrivere?

I sogni e quasi un senso di onnipotenza. Perché scrivere è sognare ma chi scrive ha assoluto potere di vita e di morte sui suoi personaggi e perché facendolo posso immaginare di vivere tante diverse vite.



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