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“Ohi mama!” – e altri sviluppi del linguaggio marmocchio

Da Robedamamma @robedamamma


“Ohi mama!” – e altri sviluppi del linguaggio marmocchioNon so chi stia frequentando ultimamente la Marmocchia, ma da qualche tempo le è preso questo accento latino americano che in realtà mi sta un po’ impensierendo.
Che al nido si sia trovata una cricca di narcotrafficanti portoricani e per non far saltare la copertura abbia assunto il loro accento?

Fatto sta che mentre gioca (e peggio ancora quando siamo per strada) se ne esce con il suo “Ohi mama“, inducendo (tanto per fare un esempio) il cassiere dell’iper a passarmi il lettore del bancomat scandendo D I G I T A R E  P I N  P R E G O nel timore che io non lo “intienda“, e mi aspetto che prima o poi mi saluti con un “hola chica!“, a cui sinceramente non saprei come rispondere.

Lo sviluppo del linguaggio marmocchio ha però anche dei piacevolissimi risvolti. Primo fra tutti il “ti voljio bene” (pronunciato alla polacca) e il “cosa ci possiamo fare” (nella versione “coza zi pozziamo fale“) accompagnato dal gesticolare tipico di una Desperate Housewife, che trovo infinitamente carino.

Il rovescio della medaglia è che la sicurezza verbale acquisita, sebbene ancora connotata da un’accozzaglia di accenti diversi, la fa sentire autorizzata ad intromettersi nei discorsi altrui intervenendo a sproposito o, ancora peggio, a redarguire per strada chi ricorre al turpiloquio suggerendogli “Mannaggia! Si dize mannaggia“. Che poi per strada ti capitano due energumeni di un metro e novanta l’uno, con una scarsa propensione verso i bambini (e più in generale verso gli esseri umani), e finisci per dartela con la Marmocchia sotto l’ascella. E mentre lei si lascia andare ad un contrariato “Sì-ba-bé-ciao-Peppe” (equivalente di “buonanotte al secchio”), ricordi con un pizzico di nostalgia i tempi in cui la nana era un esserino cicciottello e bavoso che si esprimeva esclusivamente a “ba-ba” e “pu-pu”, rendendoti la vita immensamente più facile.


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