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Olio d’oliva, brevetto Unical sulla qualità

Creato il 11 febbraio 2014 da Makinsud

Arriva da Cosenza, ed in particolare dalle verdi colline di Arcavacata di Rende, sede dell’Università della Calabria, la notizia di una tecnica innovativa scoperta nei laboratori di Chimica e basata sull’utilizzo della risonanza magnetica, che consente di stabilire con precisione assoluta la freschezza dell’ olio d’oliva. Tale tecnica innovativa è il risultato al quale sono pervenute le ricercatrici Giuseppina De Luca e Loredana Maiuolo, insieme al professor Giovanni Sindona, direttore del Dipartimento di Chimica dell’Università della Calabria.

La prossima settimana i ricercatori dell’ateneo calabrese depositeranno il brevetto della nuova metodologia, la quale sarà una novità assoluta nel panorama delle iniziative e delle attività volte ad assicurare ai consumatori una migliore qualità dei prodotti alimentari, come appunto l’ olio d’oliva, con ripercussioni significative non solo sulle consuetudini culinarie, ma anche sulla salute delle persone.

“L’unità di ricerca dell’Università della Calabria – ha sottolineato un comunicato dell’ateneo sul proprio portale web – aveva già da tempo pubblicato su riviste internazionali un criterio per tracciare l’origine del prodotto basata sulla identificazione e dosaggio di quei microelementi presenti nell’ olio che lo riconducono alla terra dove è coltivato. Ciò significa che è possibile, adesso, fornire un servizio a quei produttori onesti che, al di là di ogni dubbio, e non facendo riferimento ad aleatorie prove organolettiche, vogliono sia certificata in maniera scientificamente valida l’origine del loro prodotto”.

olio d'oliva

La scoperta di questa nuova metodologia, utilizzando l’ olio d’oliva, è una replica netta e decisa contro l’articolo apparso sul prestigioso quotidiano americano New York Times volto a colpire il “Made in Italy” mediante alcune vignette irridenti con le quali spiegava agli americani come l’ olio d’oliva fosse in realtà un prodotto contraffatto a causa di scarsi controlli ed un sistema politico connivente: olio d’oliva “spacciato” per italiano, ma proveniente da altri Paesi del Mediterraneo come Spagna, Grecia, Tunisia e Marocco. La stessa Università della Calabria ed il suo team di ricerca considerano tale scoperta una vera e propria risposta importante alle critiche mosse dal New York Times, non dimenticando, però, di condannare i produttori disonesti che attraverso le loro attività illecite danneggiano uno degli assets fondamentali dell’Italia produttiva ed, in particolare, dell’economia rurale del Mezzogiorno, come ad esempio l’ olio d’oliva.

In tal senso, la nota dell’Unical afferma:“Non poteva esserci migliore risposta alle vignette pubblicate il 25 gennaio scorso da Nicholas Blechman sul New York Times, a corredo dell’articolo intitolato Extra Virgin Suicide” ed inerente l’adulterazione dell’ olio extravergine italiano”. Tali vignette, ed il messaggio che intendevano rappresentare, hanno fortemente danneggiato l’immagine dell’ olio d’oliva italiano a livello mondiale. “Pertanto – prosegue la nota dell’Università della Calabria – è ora auspicabile che venga dato un segnale significativo anche alla realtà italiana, che vede nei supermercati la vendita di oli extravergini, inseriti nelle catene di distribuzione da grandi aziende, a meno di 3 euro al litro”.

olio d'oliva

E’ necessario, dunque, attivarsi per garantire una regolamentazione precisa in materia finalizzata a tutelare i prodotti di reale qualità, anche e soprattutto con il supporto dell’innovativa tecnica “Made in Calabria”. Se ciò accadesse, potrebbe essere un reale passo importante per il bene dell’intera economia agricola del nostro Sud e, di riflesso, anche per la tutela dei soggetti produttori di questo fondamentale settore merceologico.


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