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Oliviero Beha in pensione: "In Rai servi dei partiti" (Il Fatto Quotidiano)

Creato il 16 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
Da ieri, Oliviero Beha non è più un giornalista Rai. E' in pensione. Ha raggiunto i 65 anni e viale Mazzini non ha esitato un minuto, non ha concesso deroghe: "Se la notizia è: 'Beha è un pensionato' potrebbe sembrare la rubrica chissenefrega del Male".
E invece?Loro invocano la mia età, volevo continuare, ma non mi hanno sentito. C'è tanto da raccontare, mi hanno trattato come se fossi un fastidio. E un fastidio, appena puoi, lo rimuovi.
E cosa avrebbero dovuto fare?Io mi sono visto chiudere, a dicembre 2012, un programma di sei puntate in seconda serata, Telepatia. Andava molto bene, faceva meglio di quella che loro chiamano media di rete, nel caso specifico era Rai 3.
Poi ha proseguito con Brontolo.Chi capisce un pochino di televisione può dire quanto sia bizzarro mandare in onda una trasmissione settimanale al mattino. Con Brontolo è andata così. E poi serrande abbassate lo scorso giugno, dunque per mesi mi hanno pagato senza farmi lavorare. E questo lo dico agli abbonati.
Ha protestato?Ho avuto incontri, tutti senza esito. Il direttore di Rai 3 Andrea Vianello mi ha assicurato che ci avrebbe pensato, che mi avrebbe sfruttato nel periodo che mi rimaneva, insomma mi ha preso in giro. Non è successo niente di questo, mi hanno tenuto parcheggiato. Sono l'unico giornalista, fra i veterani di viale Mazzini, che non ha avuto una prima serata. Forse non sono capace.
A fare cosa?A tessere quelle relazioni che contano. Perché non ho padrini e detesto la servitù militare verso i politici. In Rai regna il principio del "lecco, dunque sono". Non voglio generalizzare, però.
Chi salva?Tanti bravi colleghi che vengono umiliati perché devono rispondere a logiche politiche e se non lo fanno vengono messi ai margini oppure devono combattere per fare il proprio dovere. Fra i dirigenti è un disastro. Non ho mai incontrato un alto funzionario di viale Mazzini davvero di spessore culturale. Non ho mai potuto conoscere l'idea di servizio pubblico del presidente Annamaria Tarantola e del direttore generale Luigi Gubitosi. Sono curioso. E soprattutto non mi accontento di apprendere che sono impegnati con il risparmio, con la battaglia contro gli sprechi. Bene, ma che televisione vogliono?
E com'è adesso la televisione pubblica?Prima viale Mazzini educava i telespettatori, adesso li distrugge e li diseduca. La politica usa la Rai e la Rai usa la politica, entrambi usano il paese. Vai in Rai per fare un favore a chi ti ci ha mandato. Quando uno sfugge a questa logica ferrea, diversa e uguale a destra e sinistra, o è un grillino o è un rompiscatole. Doveva essere servizio pubblico, ma è un prodotto privato.

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