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Olocausti quotidiani

Creato il 14 febbraio 2015 da Trame In Divenire @trameindivenire

Olocausti ut communis mores

Zuppi di ipocrisia, luridi lattoni smaltati di bianco.
Non serve la pioggia per cancellare lo stucco sepolcrale che ricopre la comune morale e far emergere la brulicante natura di infimi istinti bestiali, basta un po' di umidità.

Abbiamo preferito una vita di numeri (budget, target, fatturati, quantità, rating, spread, crescita, profitto), ben consapevoli che la quantità è la pietra tombale della qualità e dell'essere, che ogni umanità cede il passo al suo opposto.

È tutta una questione di scelta, e noi scegliamo, quotidianamente, anteponendo a tutto la nostra vanità ricolma di ambizioni individuali e collettive, spesso al prezzo della vita dell'altro.

Sempre meno, pochi, troppo pochi sono quelli disposti a scendere nelle caverne verminose dell'io per compiere una necessaria, sana e vivificante rettifica evolutiva. Sgomitate, colpi bassi, arrivismi, lotte intestine, sangue, le carni lacere, le gote ricolme di aria vacua, moralismi, prediche pretesche, tanta cenere cosparsa per nascondere una infinita comoda incompiutezza.

E' così che si precipita lì dove regna sovrana la bestia, negli abissi dell'essere, la carne e la vita dell'altro e di se stessi.

Anche questo è olocausto, il più immane, quello che si fonda sulla peggiore ignavia di chi, pur avendo l'intelletti sani, non accenna nemmeno a varcare la soglia della vita, preferendo all'essere il non essere.


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