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Oltre il limite

Da Narcyso

Oltre-il-limiteOLTRE IL LIMITE, Antologia poetica. Esperienze di vita, tra creatività e malattie rare. Concreo Edizioni 2011
A sostegno dell’associazione “la gemma rara onlus”

locandina3dicembre2011

Questa raccolta di opere realizzate da persone affette da malattie rare, accompagnate da poesie donate da poeti “laureati”, è prova tangibile che il dolore e la malattia non definiscono un’esistenza, anzi spesso conducono alla ricerca del bello che ogni vita rappresenta.
Giulio Broggini, presidente dell’associazione “la gemma rara”

Durante gli incontri con i numerosi pazienti, avvenuti nel corso di venti anni presso il nostro Ambulatorio di Genetica ed i colloqui ripetuti con le loro famiglie, mi sono reso conto, con un certo stupore, che alcuni bambini e adulti con malattie rare amavano scrivere poesie o dipingere o dedicarsi ad altre attività artistiche, con risultati a volte sorprendenti.
Dott. Rosario Casalone, responsabile SSD Genetica, Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi – Varese

In questo volume abbiamo voluto raccogliere testimonianze di giovani voci di tutta Italia che dimostrano (…) la superiorità della poesia – e della volontà – rispetto agli ostacoli e agli insidiosi “limiti” imposti troppo spesso dalla vita e creature dotate di fine sensibilità e acuta intelligenza costrette a condizioni difficili sul piano espressivo e comunicativo.
Sono questi dieci ragazzi “visitati dalla Musa” i protagonisti del libro. Alle loro voci si affiancano, a guisa di affettuose madrine, quelle di altrettanti poeti per così dire “laureati”, che in una sorta di libero controcanto propongono le loro riflessioni in versi sull’eterno tema dell’avventura esistenziale e sul mistero del dolore.
Silvio Raffo
Docente di Lettere Italiane presso il Licelo Classico e l’Università dell’Insubria di Varese.

***
Testi di:
Corinne Acarna, Sebastiano Aglieco, Chiara Bazzocchi Rol, Mario Benedetti, Yuri Berra, Giuseppe Bortoluzzi, Maria Grazia Calandrone, Alessandra Carnaroli, Rosario Casalone, Giacomo De Nuccio, Vincenzo Di Maro, Gabriela Fantato, Sabrina Foschini, Corrado Guerrazzi, Sara Martinucci, Giuseppe Pezzati, Nicola Pezzoni, Silvio Raffo, Luca Razzauti, Claudio Sabelli, Fabio Scotto, Lucia Terziroli, Paola Tosi, Paola Turroni, Antonella Visconti.

Dipinti di:
Elena Bettinelli, Fabiio Lucchese, Veronica Mazzucchi, Paola Tosi.

***

LAMA LAWEN

Persuasivo, paterno,
oppresso redentore
degli affanni quotidiani,
poetico eremita rapito al fascino unico delle popolose e luminose
potenti schiere celesti,
resta umile servitore tra le dolenti prigioniere folle.
Corinne Acarna

***

Nell’ottavo cielo si contempla
il mistero ridicolo delle stelle fisse
e il Cancro alla deriva che riluce
sulla sfera armillare accanto al letto.
Tatuato sul ciclo delle notti
aspetto dalla morsa del respiro
un punto di fuga, la Mangiatoia, il diverso
Presepe cui appartengo
la transustanziazione della stigmata in astro.
E dal fiato interrotto, spalancarsi
un creaturale universo di rimedio
e la corsa indolore che conduce
dal sonno all’erba delle costellazioni.
Vincenzo Di Maro

***

VIVO PER TE

Vero sono io
unico e vivo
mentre
vedo tuo padre.
Rotto il pianto
di un bambino
tengo i suoni
nel mio cuore.
Siamo i vostri bambini
o
versi ripetuti di una poesia?
Fiumi, accogliete
un pensiero solo:
amo sempre di più
mio fratello Enea.
Yuri Berra

***

INTERSTIZI

Nell’elenco di ciò che ha
segnato la propria esistenza
ciascuno mette le date, i nomi e i luoghi capitali
- eventi che la memoria trattiene dall’andare.
Interessante resta lo spazio bianco,
il silenzio tra cifra e cifra, l’eco del nome che faceva
un tempo rima con qualcosa
e ora nessuno sa più comporre per intero.
Interessante la vita – ficcata lì,
nell’interstizio.
Gabriela Fantato

***

LE ROSE DEL MATTINO

Nella notte buia le rose
vanno a dormire e quando
si svegliano è già mattino.
La rugiada dei petali delle
rose come diamanti
che brillano nella notte.
Tutti i bambini del mondo
vanno a dormire.
Lucia Terziroli

***

Fa freddo nella neve con le scarpe cucite
consumate e cucite di nuovo.
Portano legna in cima alla montagna
dove sono le ultime case.
Gli uomini hanno gerle, tenute come croci
le donne hanno gonne, negli stivali come pantaloni
per scalare la neve – la neve è ombra della roccia.
Questo è mio padre
non sollevare troppo la tenda,
non sollevare troppo la luce, non ora
ora che ha pace, dopo tanto andare
da una cima all’altra del confine
cercando confine da spostare.
E’ lui che arrota la stoffa sulla testa – ogni mattina la sua preghiera
sono le donne che gli tengono le ossa.
Davanti ai bambini volge il viso alla terra – la terra lui dice
è l’ultima cosa da guardare prima di morire.

Paola Turroni (da Il mondo è vedovo, Carta Bianca 2010)


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