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Oltre l'alone

Da Crudina
Oggi non voglio dormire, non ancora. Nemmeno mi voglio appisolare.
Perché non voglio perdere il tuo pensiero così nitido, quella sensazione di benessere che, immancabilmente, con il passare delle ore svanisce, come quell'alito contro il vetro d'inverno. Appena cambia la temperatura, ritorna tutto nitido. Adesso non voglio vederci chiaro, voglio continuare ancora un po' a crogiolarmi in questo strano appanamento mentale. Non voglio che scappi via, lontano da quel tavolo che giri in tondo per raggiungermi. Le smorfie di quel dolore vengono eliminate dalle tue mani sulla mia guancia. La mia testa appoggiata contro la tua pancia.  Vorrei non finissero mai.  E, invece, sento che la temperatura sta già cambiando, ed io sono come quell'alone: tra breve, non sarò più lì davanti a te.Ma forse il bello sta proprio in questo: non prenderci del tutto se non per pochi secondi, per quei sussulti e quegli orgasmi, quei chiaroscuri delle nostre menti che perdono in chiarezza e acquistano in buio, per poi tornare ancora sotto una luce vivissima. Mi piace osservare quel limone che galleggia, perfettamente rotondo, dentro il mio the, che prepari con tutto l'affetto di cui sei capace. Allora ci riesci, anche solo per un minuto, a puntare la lampadina alogena sulla tua anima, e farmici entrare. Parlami, ancora e ancora, guidami, tienimi la fronte se devo vomitare, resta così.  Ma le tue mani a cono per fare apparire quell'alone evanescente sono sempre lì, in agguato.

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