Gli aspiranti presidenti sono 14 ma ce n’è uno, anzi una, particolare: la professoressa Oluremi Sonaiya, prima nigeriana a candidarsi alla massima carica dello Stato, non favorita ma determinata a dire la sua contro i vizi e gli abusi delle élites (di maschi) attaccate alle poltrone.
Sessant’anni, studi negli Stati Uniti, riconoscimenti accademici in Francia e in Germania (come la fellowship della Fondazione Alexander von Humboldt), Oluremi insegna all’università lingua francese e linguistica applicata. In un editoriale del giornalista Fisayo Soyombo, ripreso dall’emittente Al Jazeera, è stata definita “la presidente che la Nigeria non avrà”. Un riferimento alle ristrettezze sue e del piccolo partito che l’ha candidata, il Kowa Party, a fronte delle risorse a disposizione del capo di Stato uscente Goodluck Jonathan o del suo sfidante Muhammadu Buhari.
Uno squilibrio del quale Oluremi è consapevole ma che, al contrario di quanto si potrebbe pensare, ne rafforza l’impegno. Sul suo sito, la professoressa calcola che in Nigeria l’80% delle risorse nazionali finisce nelle tasche del 20% della popolazione. E ricorda come in una sola serata, il 23 dicembre scorso, industriali e finanzieri abbiano messo sul piatto per la rielezione di Jonathan 21 miliardi di naira, oltre cento milioni di dollari.
Tutto lecito? Niente affatto, sottolinea Oluremi. Che ricorda come la legge elettorale della Nigeria stabilisca che durante la campagna un candidato alla presidenza non può spendere più di un miliardo di naira e che ai singoli cittadini è vietato garantire finanziamenti per oltre un milione. “È inaccettabile una condotta del genere da parte di dirigenti eletti dal popolo” accusa la professoressa. Convinta che il futuro della Nigeria, e la lotta contro gli islamisti di Boko Haram, nemici dell’“istruzione occidentale”, passi per il rilancio della scuola. (Fonte MISNA)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake