Magazine Cultura

Olympe Pélissier: una cortigiana che da modella divenne moglie

Creato il 07 febbraio 2012 da Lalenene @Irene_Marziali
Nel primo post di questa serie incentrata sulla figura della Cortigiana dicemmo che, sebbene la possibilità di contrarre il matrimonio con un proprio "cliente" le distinguesse dalle volgari prosititute, anche per le cortigiane era, di fatto, molto difficile trovare qualcuno disposto a sposarle. 

Olympe Pélissier: una cortigiana che da modella divenne moglie

Immortalata da Horace Vernet

Ebbene, per confermare la regola ecco a voi l'eccezione: Olympe Pélissier
Olympe nacque a Parigi nel 1799 da una famiglia di bassissima estrazione sociale e di poverissime condizioni economiche. Purtroppo la storia ci insegna che la miseria talvolta porta si trascina dietro tante altre tragedie; ebbene così fu anche per Olympe che all'età di quindici anni fu venduta dalla madre, attrice a fine carriera, ad un giovane aristocratico. Poco dopo egli fu "castigato" da una malattia venerea e dunque rivendette la giovane, ormai inutilizzabile, ad un ricco americano che la mantenne garantendole un notevolmente agiato stile di vita. Quando, in seguito, questo secondo "padrone" si trovò in disgrazia, Olympe gli assegnò una piccola pensione.
Accumulato ormai un consistente gruzzoletto, la giovane fece strada aprendosi un varco nel demi-monde, passando dalla carriera di passeggiatrice dei portici di Palais-Royal a cortigiana di alto bordo. Nel suo salotto, tra mobilio pregiato rivestito di ricchi tessuti, si radunava ora il fior fiore dei giovanotti dell'alta società, e fra le sue stanze si incontravano nobili ed artisti insieme. 
Quattro sono gli amori più "famosi" fra la sua schiera di innamorati, quei nomi che sono sopravvissuti nella memoria fino a noi.

Olympe Pélissier: una cortigiana che da modella divenne moglie

Ritratto di Olympe all'età di vent'anni

1. Eugène Sue, ricco scrittore francese con il quale intraprese una relazione intorno al 1831. Egli era un dandy cinico, che pare indossasse per picca solo abiti totalmente di fattura britannica e cambiava un paio di guanti ad ogni capitolo scritto dei suoi romanzi. Dopo mesi di corteggiamenti, Olympe cedette ad Eugène per approfittare della sua fama e delle sue conoscenze, così da incrementare il prestigio del proprio giro, ma lo tradì spesso.
2. Il pittore Horace Vernet, conosciuto posando come modella per il suo quadro "Giuditta e Oloferne", ed in breve suo amante.
3. Honoré de Balzac, che si avvicinò al salotto di lei circa all'età di trent'anni, ne fu innamorato fin da subito...e fin da subito iniziò a corteggiarla. Romanziere non ancora di stabile successo, Balzac non ricevette subito ciò che desiderava ardentemente, giacché Olympe gli si concesse dopo un po'. Pare che l'episodio in questione avvenne durante un ricevimento, quando la cortigiana era ancora legata ad Eugène Sue, ed è lo stesso che ricorre nel romanzo "Pelle di Zigrino" dove l'eroe ( Balzac) viene presentato alla contessa Fedora (Olympe). Ella viene descritta come una donna "che nascondeva un cuore di bronzo in un involucro fragile e grazioso...le sue maniere, invece di essere istintive, erano state acquisite laboriosamente. Aveva un corpo perfetto ed un'anima atroce ".Durante questo ricevimento, dicevamo, avviene l'incontro fatale: lui si nasconde dietro le tende della camera da letto e quando, qualche ora più tardi, lei vi aveva fatto ritorno ed aveva cominciato a spogliarsi per andare a letto, Balzac era uscito fuori dal proprio nascondiglio ed aveva avuto ciò che voleva.

Olympe Pélissier: una cortigiana che da modella divenne moglie

Giuditta e Oloferne, di Horace Vernet

4. L'amore più importante della sua vita, e quello che ne assorbì buona parte con il vanto di potersi dire l'unico: Gioacchino Rossini. Famoso e benestante, anzi decisamente ricco, aveva ormai quarant'anni - dieci in più di lei - era grassoccio e pacato. In lui, la consumata cortigiana vide il compagno perfetto per finire la vita. Ella passava il suo tempo in casa, ad accudirlo e fargli compagnia.
" Ella lo amava per la sua vulnerabilità, perché dipendeva da lei e le era grato " 
Quando prese Olympe al suo fianco, Rossini era ormai quasi completamente solo e molto depresso. Tanti dei suoi amici preferivano passare altrove il loro tempo, un po' per la malinconia che quell'uomo metteva addosso e un po' perché la sua compagnia costringeva anche a quella della sua amante, pericolo dal quale la maggioranza preferiva scappare.
Arrivato il colera, la coppia dovette partire dalla capitale e spostarsi a Bologna, quindi Milano e Venezia. La salute di Rossini peggiorava, e così anche la sua profonda depressione. Ormai praticamente chiuso in casa, Olympe era la sua unica compagnia, la sua fedele compagna, il suo solo conforto. Un anno dopo la morte della moglie Isabella, dalla quale era separato, il maestro Rossini sposò la sua cara amante, ormai una donna grassa completamente votata alla cura e all'assistenza del marito. Grazie alla dedizione di lei, ormai non più ripagata fisicamente ( e forse a lei non importava più gran ché...in fondo di soddisfazione fisica ne aveva avuto fin troppa durante la sua vita ) ed anche nei successivi soggiorni lunghi, o trasferimenti, a Firenze e a Parigi, il loro salotto divenne sempre aperto ai grandi artisti come Dumas o Verdi, che

Olympe Pélissier: una cortigiana che da modella divenne moglie

Olympe ed il marito, Gioacchino

correvano tutti volentieri per udire qualche parola o aneddoto dal Maestro. La padrona di casa era ormai poco più di una fedele infermiera volgarotta, dura e antipatica con i propri ospiti quanto attenta ai bisogni e all'umore del marito. Come l'ultimo canto del cigno, lo spirito socievole e allegro che dimostrò negli ultimi mesi il grande Maestro precedettero la sua dipartita. La sua salma venne trasferita e sepolta definitivamente a Firenze ( la mia città ^^) nella chiesa di Santa Croce. Madame Rossini nel suo testamento lasciò scritto:
" Desidero che il mio corpo sia inumato per sempre nel cimitero del Père-Lachaise, nella tomna in cui sono ora i resti mortali del mio adorato marito. Dopo la loro traslazione a Firenze, io resterò lì da sola. Faccio questo sacrificio in assoluta umiltà, sono stata glorificata abbastanza dal nome che porto "

Olympe Pélissier: una cortigiana che da modella divenne moglie

Gioacchino Rossini, il marito

Si rendeva dunque conto che era stato un gran bel colpo di fortuna quello di diventare Madame Rossini, e che avrebbe dovuto tener di conto, tener caro quel privilegio che il Fato aveva voluto concederle. In effetti, così fece; possiamo pensare che la sua totale devozione al marito fosse dovuta sì all'amore sincero che provava per lui, sì al fatto che dopo una vita dissoluta e dissipata trovava piacevole lasciarsi andare ad una vita casalinga e concentrata sul buon cibo e sulla coccole al marito, ma anche alla gratitudine che ella doveva provare per lui.

Una donna, quindi, che da cortigiana divenne moglie. L'eccezione fra le sue compagne, la "cortigiana cattiva" che divenne moglie devota e fedele, sinceramente affezionata al proprio uomo, al grande Maestro che aveva deciso di fare di lei una donna rispettabile: Madame Rossini.

Con affetto,  Irene

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :