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Omaggio alla poetessa alda merini

Creato il 01 novembre 2009 da Emmanuela Petrarolo

OMAGGIO ALLA POETESSA ALDA MERINI
La poetessa che cantava la follia, la carismatica Alda Merini, è morta oggi pomeriggio all’ospedale San Paolo di Milano. La poetessa si è spenta in quella struttura sanitaria in cui la Merini parte dei suoi ultimi anni e a cui ha dedicato profonde riflessioni poetiche. Nella nota dell’ospedale si legge “Il suo atteggiamento e la sua sensibilità hanno lasciato un profondo ricordo negli operatori sanitari del reparto di cura di Oncologia e cure palliative al quale si è rivolta nella consapevolezza di un supporto al disagio fisico e psicologico che la malattia le ha riservato nell’ultimo periodo della sua esistenza”.
Alda Merini era nata a Milano il 21 marzo 1931. Era considerata una delle principali poetesse del Novecento, esordì giovanissima, a soli sedici anni, sotto l'attenta guida di Angelo Romanò e Giacinto Spagnoletti. La sua prima raccolta di poesie, La presenza di Orfeo, uscita da Schwarz nel 1953 con una presentazione di Spagnoletti, ebbe un grande successo di critica. Della sua creativa vena poetica si sono occupati grandi critici della letteratura come Oreste Macrì, David Maria Turoldo, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Pier Paolo Pasolini, Carlo Batocchi, Maria Corti, Giovanni Raboni.
Nel 1996 era stata proposta per il Premio Nobel per la Letteratura dall’Academie Française.
Nel 1993 ha ricevuto il Premio Librex-Guggenheim “Eugenio Montale" per la Poesia, nel 1996 il Premio Viareggio, nel 1997 il Premio Procida-Elsa Morante e nel 1999 il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Settore Poesia.
Oggi, giorno della sua morte voglio ricordare l’intensità delle sue poesie, poesie a volte dure e aspre che disegnavano la sua realtà tra salute e malattia e i suoi periodi trascorsi nei manicomi di Taranto e Milano.
Di seguito un testo poetico tratto da “La terra santa”.
Pensiero, io non ho più parole.
Ma cosa sei tu in sostanza?
qualcosa che lacrima a volte,
e a volte dà luce.
Pensiero, dove hai le radici?
Nella mia anima folle
o nel mio grembo distrutto?
Sei così ardito vorace,
consumi ogni distanza;
dimmi che io mi ritorca
come ha già fatto Orfeo
guardando la sua Euridice,
e così possa perderti
nell'antro della follia.
Alda Merini, da "La terra santa"

OMAGGIO ALLA POETESSA ALDA MERINI


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