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On the bookshelf – IT – Stephen King

Da Iomemestessa

Emoziona. Impaurisce. Commuove.

I nostri nipoti, tra cinquant’anni, lo vedranno catalogato nelle biblioteche alla voce classici.

Ridurlo a un libro horror, è uno scempio, oltre che una sciocchezza. Perché It di Stephen King è molto più di un libro horror.

E’, anzitutto, un libro che impiega pagine e pagine per creare un’atmosfera. Attenzione. Non un’atmosfera qualunque. E non sono pagine e pagine vergate invano. Ciascuna di quelle pagine è strettamente funzionale al racconto, alla storia, al trasmettere emozioni.

La storia dei sette Perdenti di Derry ha, al proprio interno, un’infinità di elementi.

Sorta di romanzo di formazione con sette ragazzini cui la vita non ha fatto sconti, che diventano degli adulti. e che, da adulti, dovranno confrontarsi, di nuovo, con le proprie paure.

Quattro ragazzini che hanno sconfitto per la prima volta la paura con la forza della loro amicizia.

E’ un libro con una caratterizzazione straordinaria dei personaggi. Bill, Richie, Eddie, Ben, Beverly, Mike, Stan sono, tutti, descritti con un’introspezione psicologica e una precisione sulle vicissitudini, che non scade, mai, nella banalizzazione.

E’ un libro che tratta la vita, nelle sue sfaccettature. La paura, l’amicizia, l’infanzia, la crescita, la maturazione, l’amore e la morte.

E’ un libro che corre per circa milletrecento pagine, eppure, non te ne rendi conto, e il problema non è finirlo, ma il fatto che finisca troppo presto.

E’ un libro che ti resta dentro. Da allora, ogni volta che ho ascoltato la frase ‘Lo vuoi un palloncino?’ un brivido m’è corso lungo la schiena. Lo stesso brivido che ritorna ogni volta che compare un clown.

Questo post, come di costumen, partecipa al venerdì del libro di homemademamma.

On the bookshelf – IT – Stephen King


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