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Once upon a dream…ovvero…di “Maleficent”,”Frozen” e della fine del predominio delle principesse Disney!

Creato il 07 giugno 2014 da Cineclan @cineclan1

Di solito non leggo le recensioni dei film che mi interessano per evitare di farmi venire l’ulcera (sto ancora maledicendo Natalia Aspesi per lo spoiler su Million Dollar Baby e sono passati 10 anni!), tranne se queste sono scritte da persone con le quali condivido un orizzonte. Per quanto riguarda i film che non ho in programma di guardare, almeno nel breve periodo, invece mi piace “piluccare” commenti random, quasi fosse uno studio sociologico sulla percezione cinematografica. E sono stati questi commenti random a spingermi a guardare Maleficent che non avevo nessuna intenzione di guardare, perché mi ha colpita la totale discordanza tra i pareri: c’è gente che lo esalta e chi lo denigra, chi apprezza la visione differente dal classico Disney, chi lo condanna proprio per questa divergenza. E allora da brava scienziata della comunicazione (c’è un pezzo di carta che mi attribuisce cotanto altisonante titolo!), ho fatto i compiti e guardato Maleficent e ho avuto la conferma che io, nonostante gli studi, nonostante l’esperienza professionale, nonostante la buona volontà, non capirò MAI lo spettatore medio italiano! C’ho provato, sono ANNI che ci provo, ma davvero non comprendo le logiche che spingono lo spettatore x ad amare o a denigrare un film. Se qualcuno volesse illuminarmi su questi assurdi processi mentali, ne sarei felicissima, perché, come già ampiamente spiegato, in questi giorni ho la vena polemica pronunciata come non ci fosse un domani e forse (ma sottolineo “forse”…) sono io a essere suscettibile.

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Ma andiamo ad analizzare il film! Chiariamo subito una cosa: a me Maleficent è piaciuto. Certo, non mi ci strappo i capelli e non muoio dalla voglia che esca in dvd, ma per essere un prodotto Disney, è un ottimo prodotto non solo tecnicamente, ma soprattutto filosoficamente, perché rappresenta (forse) il superamento della grettezza mentale buonista e velatamente misogina della Disney.

Era già accaduto con Frozen (sì, ho recuperato anche quello e sono una fervente fangirl di Elsa, sapevatelo!) e viene ribadito in Maleficent: finalmente  il concetto di “amore” viene svincolato da quel retaggio romantico e misogino che vedeva nel Principe Azzurro la risposta a tutti i mali del mondo. Sì, perché nonostante le protagoniste del 90% dell’immaginario Disney siano quelle quattro principesse sgallettate, nessuna di loro è mai stata capace di fare qualcosa senza la necessità di un Principe su un cavallo bianco con la spada sguainata! Io le ho sempre trovate stucchevoli e facevano venire a galla l’omicida seriale che è in me con le loro vuote elucubrazioni mentali sul vero amore, un amore talmente vero che di solito è destinato a un belloccio col cervello da ameba conosciuto 5 minuti prima! Splendida, a questo proposito, la dinamica di crescita psicologica di Anna in Frozen, nonostante io abbia avuto voglia di ucciderla a badilate 5 minuti dopo la sua comparsa!

Tornando a Maleficent, vi avverto: non aspettatevi un reboot in live action del film d’animazione del 1959, perché questo film non lo è assolutamente e sinceramente, se lo fosse stato, non avrebbe avuto nessuna ragion d’essere! Nonostante l’immaginario scenografico di costruzione della brughiera debba molto al Signore degli Anelli e allo stesso Frozen (ci sono degli esserini che sono identici ai troll!), la storia si dipana attorno al personaggio di Malefica in un modo perfetto, grazie anche a una bellissima interpretazione di Angelina Jolie mai così a proprio agio nel portare in scena un personaggio emotivamente e psicologicamente complesso come quello di Malefica a cui hanno strappato le ali per puro arrivismo. Di una tenerezza infinita la scena in cui Malefica si ritrova faccia a faccia con una piccola Aurora… Forse perché la piccola è interpretata da sua figlia Vivienne, forse perché quello che il film vuole mettere in scena è l’amore puro, disinteressato, non quello di una madre naturale, ma quello di una madre per scelta, perché se non ci fossero stati Malefica e Fosco, il suo corvo, la povera Aurora sarebbe morta di stenti, affidata a 3 fate ai limiti dell’imbecillità, specchio di quella vecchia concezione falsamente bucolica e romantica che la Disney cerca di propinarci da oltre 60 anni!

E l’appellativo “bestiolina” che Malefica da ad Aurora è così carico di amore più di un qualsiasi “tesoro” mai esistito da strappare un sorriso anche a una vecchia cinica ciabatta come me.


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