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Operazione Saggezza: dall’Americano di Platì ai presunti collegamenti con la Cosca Gambino

Creato il 21 novembre 2012 da Yellowflate @yellowflate

Operazione Saggezza: dall’Americano di Platì ai  presunti collegamenti con la Cosca GambinoL’Operazione Saggezza continua a far parlare di sè.  Sembra infatti che  l’operazione di Polizia Saggezza, oltre a mettere in luce la particolare organizzazione sovracomunale denominata Corona  avrebbe permesso, scrive TeleReggio,l’acquisizione di nuovi rilevanti elementi conoscitivi riguardo l’inedita struttura associativa di ‘ndrangheta, la “Corona”, che altro non è che un’articolazione della più ampia associazione per delinquere dalle caratteristiche unitarie. Un organo, nel caso specifico, operante sul territorio di cinque locali della fascia jonica reggina (Ardore, Antonimina, Ciminà, Canolo e Cirella di Platì).

I 38 fermati però facevano parte dell’ndrangheta,a quanto sembra anche al di fuori dell’aria di competenza de La Corona, ed agivano sembra in contesti come Natile di Careri, Gerace, Platì e S. Luca, evidentemente in stretto contatto ed in rapporti di affari con gli esponenti di spicco dei cinque locali della Corona. “Ulteriore conferma dell’unitarietà e non della verticalità della ‘ndrangheta – sostiene Nicola Gratteri – in questo diversa da Cosa Nostra e dalla sua cupola”.

Secondo i magistrati il capo o meglio il Re sarebbe  Vincenzo Melia 83 enne nato a Platì, trasferitosi in America e rientrato in provincia di Reggio Calabria ad Ardore, solo dopo il 2000. Dalle intercettazioni poi sarebbe emerso un particolare accento americano ma è al vaglio degli inquirenti anche un ipotetico rapporto con entità mafiose attive in Canada ed Australia, e vincoli con la famiglia Gambino.

Melia sarebbe per altro stato uomo di spicco, secondo le intercettazioni già dal 1962 dove parla di “doti”“io non devo dare conto a nessuno! … - afferma con fare categorico Vincenzo Melia parlando con il braccio destro Nicola Romano - le ‘doti’ le libero solo quando sono in punto di morte” confessa adirato. (TeleReggio)

Secondo l’accusa, il Capo Corona avrebbe diretto e organizzato il sodalizio, assumendo le decisioni più rilevanti, impartendo le disposizioni o comminando sanzioni agli altri associati a lui subordinati, decidendo e partecipando ai riti di affiliazione, conferendo agli altri associati cariche e doti, curando i rapporti con le altri articolazioni dell’associazione, ponendo fine a contrasti interni ed esterni al sodalizio, gestendo in prima persona l’attività di esercizio abusivo del credito e l’attività usuraria e, notizia di ieri, mettendo lo zampino (sembra) anche sui lavori della Strada statale 106.


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