Magazine Cinema

OPERAZIONE U.N.C.L.E. di Guy Ritchie (2015)

Creato il 01 settembre 2015 da Ifilms
Dettagli
Scritto da Giuseppe Paternò di Raddusa
Categoria principale: Le nostre recensioni
Categoria: Recensioni film in sala
Pubblicato: 01 Settembre 2015
OPERAZIONE U.N.C.L.E. di Guy Ritchie (2015)

Con tutta probabilità leggerete, su almeno un quotidiano, magazine o simili, che Operazione U.N.C.L.E. - l'ultima fatica di Guy Ritchie ispirata alla serie televisiva NBC Organizzazione U.N.C.L.E. - è (cito a fantasia, novello Tiresia) "uno scanzonato omaggio a una serie di culto, con attori bellissimi e divertiti, ambientazioni mozzafiato".

Tutto fenomenale; peccato che il film sia una rara, rarissima tavanata. A partire dalle sue originarie urgenze: quelle dell'omaggio. Tributare onori a una serie sì di successo non è mai peccato, se sai farlo. Piazzare in contrapposizione, in piena guerra fredda, due agenti - uno russo, l'altro yankee - può essere interessante negli anni '60 (come fece la serie), e altrettanto oggi se riesci a costruire un impianto di minima decenza. Se lo fai, però, se le battute alla Ocean's Eleven versione Soderbergh si impongono come tuo unico riferimento estetico, be', c'è un problema - e la saga di Ocean's, paragonata a questa cosa qui, pare scritta da William Wellman.

Sulla parentesi dedicata al talento di Guy Ritchie, che sembra animato da uno spirito masochistico di notevole aggressività, non c'è davvero più nulla da aggiungere. Va detto, però: qualche sequenza, - una soprattutto, quella "acquatica" del salvataggio al russo - funziona alla grande. Ritchie è uno che sa come muovere la macchina da presa, come costruire la tensione, come impostare le proprie visioni. Una sorta di boxer del cinema da quattro soldi, ahilui dotato e, ari-ahilui, vittima di circostanze inspiegabili quando si tratta di condensare risultati finali parzialmente dignitosi. Qui entrano in ballo tante variabili: blockbuster estivo, (ancora) l'omaggio, il grande studio alle spalle (Warner Bros). Dall'esito disastroso: il film è quasi meccanico nella sua straordinaria inutilità, e fiaccato da un ritmo goffo, anchilosato e ingombrante.

Si dirà: è intrattenimento allo stato puro. Non è vero: è solo una colossale, patinatissima perdita di tempo. Un esperimento silurabile, dimenticabilissimo, infarcito di stupidaggini. L'intrattenimento è nutrimento del cervello (sic!), non aprioristica atrofizzazione. Si pensi a Spy (di Paul Feig), allo stesso Jurassic World, a - fatti i dovuti distinguo - Pixels di Chris Columbus: si può giocare alle cazzatelle anche in maniera più acuta.

Dispiace vedere Ritchie sprecato così, alle prese con attori non proprio bravissimi - e si vuole esser buoni - e con un'operazione così stupida. Cavill e Hammer hanno lasciato ogni briciolo di carisma nelle roulotte, la Vikander è simpatica ma ha poco da fare, la Debicki è bellissima e sembra uscita da Escalation di Faenza, ma finisce lì. E dire che il protagonista perfetto per questa rinnovata operazione, seppure più attempato, Guy Ritchie lo aveva sul set: Hugh Grant. Ok, sarà forse troppo britannico per il ruolo di Napoleon Solo, ma il bietolone Cavill è english as well. Ma, visti i risultati, meglio il ruolo secondario che si è aggiudicato. Fosse solo per lo stipendio, bontà sua.

Voto: 1/4


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :