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Opporsi ai simboli

Creato il 15 ottobre 2013 da Simone D'Angelo @SimonDangel
Opporsi ai simboli

Tibetani uccisi per non avere issato la bandiera cinese

La politica è fatta anche di simboli e opporsi ai simboli vuol dire opporsi alla politica. In Cina il gap che separa il significante dal significato è esiguo, tanto da sovrapporsi frequentemente. Nella contea di Driru, nella prefettura di Nagchu, in Tibet, quattro persone sono morte per essersi rifiutate di issare la bandiera cinese. Un Paese, la Cina, che in Tibet è considerato come invasore e oppressore.

Un mese fa le autorità cinesi hanno emesso un’ordinanza che obbliga i residenti ad esporre la bandiera cinese, specialmente all’inizio di ottobre quando si ricorda la nascita della Repubblica Popolare. Nonostante le pressioni delle autorità e delle forze di polizia gli abitanti si sono rifiutati di issare la bandiera e hanno iniziato a protestare. I primi scontri fra manifestanti e polizia sono avvenuti il 6 ottobre quando sono stati esplosi colpi di arma da fuoco con circa 60 ferimenti. Martedì una nuova ondata di proteste è stata contrastata con altri spari, ma stavolta a terra sono rimasti quattro tibetani: tre di loro provenienti dal villaggio di Yangthang, un altro da quello di Tinring.

In seguito alle proteste il governo cinese ha inviato migliaia di agenti e paramilitari con l’obiettivo di controllare l’area. Sono stati operati centinaia di arresti e sequestrati i telefoni cellulari.

Dal 2011 ad oggi sono 121 i tibetani (103 uomini, 19 donne e ben 24 minori di 18 anni) che si sono dati fuoco in nome della libertà del Tibet e per invocare il ritorno del Dalai Lama.

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