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Ora lo scopre anche l’onu: rohani e’ un fallimento totale!!! ecco perche’…

Creato il 13 marzo 2014 da Nopasdaran @No_Pasdaran

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Oltre 200 giorni di governo, oltre 200 giorni di fallimento totale: ecco il risultato della Presidenza di Rohani. A dispetto delle numerose promesse – rispetto dei diritti delle minoranze e aperture democratiche verso il popolo iraniano – non soltanto Rohani non ha realizzato nulla, ma se possibile la situazione all’interno della Repubblica Islamica è anche peggiorata. Si badi bene: a rilevare questo dato è lo stesso Segretario delle Nazioni Unite Ban Ki Moon. In una dichiarazione ufficiale, infatti, Ban Ki Moon ha condannato il regime iraniano per il continuo abuso dei diritti umani e per la mancata liberazione dei leader dell’Onda Verde Mousaavi e Karroubi. La risposta del regime iraniano, come sempre, non si è fatta attende e il consigliere della Guida Suprema Velayati, ha candidamente invitato il Segretario dell’Onu – organizzazione di cui Teheran fa volontariamente parte - a farsi i fatti suoi.

Con o senza Ban Ki Moon, i numeri parlano da soli: da quando Rohani ha preso il potere, le pene capitali sono state oltre 500, con un aumento medio di 2,5 esecuzioni al giorno. Il 5% di queste pene di morte, come se non  bastasse, sono avvenute in pubblico. Nonostante la pretesa di rispettare le minoranze, Rohani ha schiacciato e umiliato non soltanto etnie come gli Arabi Ahwazi e i Dervisci, ma ha anche aumentato la pressione contro i cristiani evangelici e i Baha’i (considerati alla stregua dei peggiori criminali). La minoranza dei Dervisci, tra l’altro, è scesa in piazza a manifestare contro il regime proprio per la decisione dell’autorità giudiziaria di negare le cure mediche a tre prigionieri appartenenti a questa etnia. Per quanto concerne la minoranza Ahwazi, vogliamo ricordare che la condanna a morte del poeta arabo Hashem Shaabani è stata approvata personalmente da Hassan Rohani durante la sua visita ufficiale in Khuzestan.

Anche su altri temi, ad esempio il programma nucleare e la politica internazionale, la situazione è drammatica. Sul nucleare, ad esempio, nonostante l’accordo di Ginevra, Teheran insiste non non eliminare tutto l’uranio al 20% in suo possesso e non ha alcuna intenzione di chiudere siti sospetti come Arak, Qom e Parchin. Nella base militare di Parchin, in particolare, dopo un periodo di pausa, i satelliti hanno rivelato nuovi lavori in corso: si tratta di una notizia estremamente preoccupante, soprattutto considerando gli esperimenti nucleari compiuti da Teheran in questa base e il rifiuto del Governo di permettere l’accesso degli ispettori internazionali.  Senza farsi troppi problemi e nonostante le richieste continue, il Vice Ministro degli Esteri Majid Ravanchi ha dichiarato che Teheran non ha alcuna fretta di °dare spiegazioni in merito alle preoccupazioni internazionali per il possibile fine militare del programma nucleare iraniano”.

Sul fronte della politica estera, il comportamento del regime iraniano è praticamente un tragedia. Primariamente, anche grazie all’attivo sostegno di Hezbollah e dell’Iran, Teheran continua a sostenere finanziariamente, militarmente e materialmente le repressioni di Bashar al Assad in Siria. In merito alla guerra in Siria, tra l’altro, è stato provato anche il sostegno che l’Iran offre dal prioprio territorio ai militanti sunniti di al Qaeda. Le armi iraniane, quindi, continuano a raggiungere pericolosi gruppi separatisti in Bahrain e Yemen ed è solo di pochi giorni fa la notizia dell’intercettazione da parte di Israele, di una nave missili iraniani inviata da Bandar Abbas verso la Striscia di Gaza. Insomma: di questo Iran garante della stabilità regionale, tanto millantato anche da alcuni politici di casa nostra, non se ne vede nemmeno l’ombra. Come non si vede l’ombra di questa nuova relazione diplomatica tra Teheran e Washington: solamente qualche settimana fa, il Vice Ministro degli Esteri Abbas Araghchi, leader del team di negoziatori iraniani, ha rimarcato come gli Stati Uniti rimangano sempre il Grande Satana per la Repubblica islamica. Il grido “Morte all’America” continua a caratterizzare tutte le manifestazioni politiche all’interno della Repubblica Islamica…

Cosa aggiungere ancora? Ah si, una cosa effettivamente deve essere sottolineata ancora: è una vergogna per l’umanità mantenere relazioni diplomatiche con il regime iraniano. Quando, finalmente, lo si comprenderà chiaramente e si isolerà definitivamente la Repubblica Islamica, allora quel giorno si sarà scritta veramente una nuova pagina della storia contemporanea. Un nuovo percorso, un nuovo capitolo dedicato ad una vera rivoluzione in Iran, basata sulla democrazia e i diritti umani!


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